Missioni Consolata - Aprile 2016

MC ARTICOLI APRILE 2016 MC 13 chiamava attivisti sia indiani, sia cinesi. Gandhi rimase in Sudafrica per ben 21 anni (dal 1893 al 1914), lasciandovi un’impronta fi- losofico-politica importante. Usciti dal museo visitiamo l’area di Newtown, che è stata protago- nista di un ambizioso progetto di ristrutturazione urbana. Gli edifici industriali e i vecchi magazzini sono stati riqualificati in eleganti loft e centri culturali, tra cui mu- sic club e teatri, anche se in al- cune vie è facile che lo sguardo incontri ancora angoli di miseria e di emarginazione sociale. La rivolta di Soweto Dal centro di Johannesburg ci spostiamo nella sua città satellite, Soweto, acronimo di South West Township . Qui ci si immerge nella storia dell’apartheid e delle sue conseguenze, ancora ben visibili. Una delle sue vie più famose è Vi- lakazi street, in cui hanno abitato Gli Afrikaner e la politica razzista Nazionalismo pronto all’uso L’ apartheid sudafricano fu istituito dal National Party , partito degli Afrikaner . Questo gruppo rappresentava i discendenti dei primi coloni boeri olandesi giunti in Sudafrica. Gli Afrikaner cre- devano nel concetto di baasskap , termine che signi- fica «dominazione». Il National Party , legalizzando una politica razzista, promuoveva l’idea che i bianchi fossero i padroni del Sudafrica e che quindi dovessero controllarlo. La forza di questa idea stava anche nella convinzione di essere il «popolo eletto». Una conce- zione storico-religiosa formatasi a seguito delle av- versità che i Trekboers (i boeri che diedero vita al Grande Trek, cioè la dura migrazione verso le zone del Nord del paese) furono costretti ad affrontare: dall’isolamento geografico alle asperità di un territo- rio difficile, sino ai numerosi e violenti scontri con i popoli africani locali. Questi ostacoli vennero conside- rati dai boeri come prove divine alle quali venivano sottoposti per dimostrare la loro fede calvinista. Svi- lupparono così un parallelismo fra la loro storia e quella biblica degli israeliti: in entrambi i casi vi era al centro un popolo eletto con un destino e una missione divini. L’idea di baasskap - che la «razza» 1 bianca fosse superiore alle altre - era fondata su un’interpre- tazione fuorviante di diversi racconti delle sacre scritture: dalla dispersione dei popoli sulla Terra le- gata al mito della Torre di Babele, alla maledizione di Cam figlio minore di Noè e supposto antenato della «razza» nera. I boeri, trasformatisi in Afrikaner , crearono un pro- prio nazionalismo, fondato su due temi: il primo era la mobilitazione verso la realizzazione di una na- zione afrikaner basata sull’idioma afrikaans e sull’ap- partenenza alla Chiesa olandese riformata. Il secondo tema era il razzismo nei confronti dei non europei, considerati biologicamente e culturalmente inferiori. Tutto questo, in sintesi, ha fornito le basi per l’edifica- zione dell’apartheid nel 1948. Un regime razzista du- rato fino al 1994 con il sostegno, più o meno diretto, di vari paesi occidentali liberal-democratici e di multina- zionali che traevano vantaggi dallo sfruttamento della manodopera nera, a basso costo. S.C.T. N OTA 1. Per gli esseri umani non si può parlare di razze ma piutto- sto di gruppi etnici. Il motivo è che non esistono differenze biologiche tali da giustificare una suddivisione razziale. Al contrario, questa suddivisione è utilizzata da gruppi o indivi- dui a scopo discriminatorio, come nel caso degli Afrikaner .

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=