Missioni Consolata - Aprile 2016

APRILE 2016 MC 11 • Apartheid | Biko | Mandela | Diritti • MC ARTICOLI # A sinistra: ingresso del museo dell’apar- tehid, a Johannesburg. Fa sperimentare al visitatore il peso della separazione razziale. All’interno è raccontata la re- pressione a opera della minoranza bianca, e la resistenza dei movimenti e dei partiti anti apartheid. # A fianco: un mercato a Johannesburg. Il tasso di disoccupazione conti- nua tutt’oggi a essere alto - circa il 25% nel 2014 - e la maggioranza dei senza lavoro sono neri. Inol- tre, permangono gli effetti della dura dominazione coloniale che aveva represso, sul piano fisico, psicologico, sociale e giuridico la maggioranza della popolazione sudafricana. Nonostante ciò, il Sudafrica ri- mane tra i paesi più vitali del con- tinente africano, sia a livello eco- nomico, sia culturale. È una terra vasta, con un ricco mosaico di po- poli, etnie e idiomi (si contano undici lingue ufficiali). Incasto- nato tra l’Oceano Indiano e quello Atlantico, è un paese, in cui convivono culture europee, africane e asiatiche e dove si re- spira il profumo della libertà. Una libertà per lungo tempo ricercata da tanti sudafricani, per la quale molte persone si sono sacrificate, superando difficoltà e ostacoli. La democrazia che la società su- dafricana sperimenta oggi, sep- pur con tante contraddizioni, è stata il frutto della protesta e delle lotte portate avanti, nei de- cenni scorsi, da uomini e donne comuni, da studenti, da attivisti per i diritti civili, da artisti ed esponenti dell’intellighenzia afri- cana e non, e da figure politiche dotate della determinazione ne- cessaria per modificare il regime razzista edificato con tanta tena- cia dalla minoranza afrikaner (vedi glossario). Luci e ombre della nazione arcobaleno Abbiamo deciso di compiere un viaggio nel paese che ha un terri- torio quattro volte più esteso del- l’Italia, allo scopo di conoscere qualcosa del Sudafrica di oggi. Incominciamo da Johannesburg, detta Jozi o anche Jo’burg, città in cui il divario tra zone residenziali e quartieri poveri è impressio- nante. Basta guardare alle disu- guaglianze tra il quartiere di Sandton e la township di Alexan- dra. A Sandton risiedono sudafri- cani benestanti, che abitano in grandi case o appartenenti lus- suosi o ville con piscina e con si- stemi di allarme sofisticati. Vi sono moderni centri commerciali, banche e centri finanziari. Sem- bra che molti bianchi che vivono a Sandton nutrano ancora forti sentimenti razzisti e di superiorità nei confronti dei neri. A pochi chilometri sorge la township di Alexandra, fra i luo- ghi più poveri del Sudafrica post apartheid, la cui storia risale ai primi anni del ‘900. Nonostante l’avvio dell’ Alexandra Renewal Project con cui si intende miglio- In quei giorni nasceva la Rainbow Nation , «nazione arcobaleno», alla cui presidenza sarebbe an- dato Nelson Mandela, tra i mas- simi esponenti dell’Anc, il quale dopo ventisette lunghi anni di pri- gionia, divenne simbolo, nonché guida politica, del nuovo corso sudafricano. Tanti parlavano di Rainbow Nation , per sottolineare la volontà di creare una società multirazziale e tollerante verso ogni genere di differenza. Da al- lora, sono trascorsi due intensi decenni. La mano di Madiba Mandela, quando fu alla presi- denza, cercò di implementare programmi di giustizia sociale e di ridistribuzione della ricchezza, ma le logiche neoliberiste prevalsero e i suoi successori non furono in grado di portare la nazione verso un piano di sviluppo che favorisse le comunità povere. La morte di Mandela (5 dicembre 2013), una delle poche figure, se non la sola, davvero carismatica dell’Anc, acuì alcuni problemi po- litici: il partito che permise la fine dell’apartheid e che siglò la poli- tica di riconciliazione non era stato in grado di mantenere la promessa di dare aiuti agli indi- genti e di migliorare i servizi nelle comunità periferiche.

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