Missioni Consolata - Marzo 2016
MARZO 2016 MC 81 NotA REdAzIoNALE. La storia di Ipazia ha avuto nuova popolarità nel 2010 all’appa- rire del film «Agorà», pellicola diretta dal regista cileno premio Oscar Alejandro Amenabar incentrata sulla vita della filosofa neoplatonica barbaramente uccisa da monaci cristiani nel V se- colo ( vedi foto qui sopra ). Nell’intervista immaginaria di queste pagine, è stata scelta una posizione molto critica nei confronti dei cristiani e del loro ve- scovo Cirillo. In realtà è impossibile descrivere in poche pagine la complessità della situazione del tempo e soprattutto riuscire a spiegare bene quello che realmente è successo. L’assassinio di Ipazia, certo vittima di fanatismo e intolleranza, si colloca in un periodo particolarmente convulso e teso della vita di Ales- sandria, sia dal punto di vista politico che religioso. Un certo re- vival pagano, l’ostilità degli ebrei che avevano perpetrato un massacro di cristiani e la presenza di gruppi di monaci con una religiosità al limite dell’eresia, non facilitavano le cose. Inoltre Cirillo di Alessandria non è stato un villano fanatico qualunque, ma un santo amato e venerato dalla Chiesa sia cattolica sia or- todossa come «padre della Chiesa» e maestro della fede. Una visione che stride con quella che lo descrive come mandante frustrato e geloso di un assassinio così brutale. L’unico autore contemporaneo ai fatti che ne scrive, Socrate Scolastico (380-440ca.), nel suo racconto non accusa Cirillo del- l’assassino, anche se conclude che essi causarono «una non piccola ignominia» sia al vescovo che a tutta la comunità cri- stiana di Alessandria. È solo Damascio (458-538), un filosofo neoplatonico che ha scritto la sua storia quasi un secolo dopo, ad accusare apertamente Cirillo. In rete si può trovare del materiale per l’approfondimento. Da notare che in Wikipedia i testi in italiano sono molto poveri e un po’ partigiani, mentre nella versione inglese si trova una do- cumentazione più articolata e approfondita. Interessante pure l’articolo Ipazia di Alessandria: verità e men- zogne , pubblicato in mirabilissimo100.wordpress.com il 6 mag- gio 2010. Quindi il tuo sacrificio rischiava di essere dimenti- cato? Fu un filosofo neoplatonico, Damascio, che, quasi un se- colo dopo, incolpò Cirillo del delitto. Uno storico ariano mio contemporaneo, affermò che il mio assassinio non fu opera di un linciaggio della folla come si volle far cre- dere, ma di alcuni fanatici appartenenti a un gruppo di monaci che aveva trasformato il messaggio cristiano in un’ideologia da imporre a ogni costo, anche con la forza, spadroneggiando sulla città e tutti i suoi abitanti. Certo è che Cirillo, anche se non direttamente responsabile della mia morte, colse l’occasione per cancellare ogni memo- ria di me, ordinando la distruzione di tutti i libri da me scritti e degli strumenti scientifici da me inventati. Dopo la tua morte, Alessandria si avviò a una ra- pida decadenza perdendo tutto lo splendore che fa- ceva di quella città egiziana una perla dell’Impero Romano. Non solo, oltre alla decadenza della città ci fu anche il crepuscolo del pensiero greco, la filosofia neoplatonica venne addirittura tolta dall’insegnamento dall’Impera- tore Giustiniano, un fatto che ebbe ripercussioni nega- tive non solo sulla città ma sull’intero mondo romano bi- zantino. La figura e la testimonianza di Ipazia si staglia lungo i se- coli fino ai nostri giorni. Essa viene ricordata ancora oggi come la prima donna filosofa e matematica della storia. Bisognerà attendere il diciottesimo secolo, il se- colo dei lumi, per trovare altre donne come lei, quali fu- rono Maria Agnesi e Sophie Germain, studiose e inse- gnanti matematica e filosofia. Nel celebre affresco di Raffaello: «La scuola di Atene» l’unica figura femminile rappresentata, secondo gli esperti, è proprio lei: Ipazia di Alessandria (Vedi immagine in basso a sinistra) . • Ipazia | Tolleranza | Religione e scienza • MC RUBRICHE
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