Missioni Consolata - Marzo 2016
diosi israeliani, non solo riuscì a scoprire i principi attivi della can- nabis, ma nel 1992 riuscì a iso- lare la sostanza prodotta dal corpo umano che si lega agli stessi recettori del tetraidrocan- nabinolo, a cui dette il nome di anandamide, dal termine san- scrito ananda, che significa «gioia suprema», il primo endocannabi- noide scoperto. Leggeri effetti collanterali In pratica il sistema degli endo- cannabinoidi regola l’assorbi- mento energetico del nostro or- ganismo, il movimento dei nu- trienti, il loro metabolismo e la loro conservazione. Gli endocan- nabinoidi regolano diverse fun- zioni del sistema nervoso, del- l’apparato cardiovascolare, del sistema riproduttivo e del si- stema immunitario. Inoltre essi aiutano il nostro sistema nervoso a comunicare, funzionando da messaggeri tra una cellula e l’al- tra. Le sostanze ricavate dalla canna- bis, in primis il delta-9-tetraidro- cannabinolo, avendo la capacità di legarsi agli stessi recettori de- gli endocannabinoidi, possono ri- sultare di estrema utilità nella cura di un numero importante di patologie, senza i pesanti effetti collaterali di molti farmaci di sin- tesi. Tra le patologie per le quali esistono evidenze incontroverti- bili dell’efficacia dei derivati della cannabis ci sono il trattamento della nausea in chemioterapia e la stimolazione dell’appetito nei pazienti con sindrome da deperi- molte altre sostanze dalla canna- bis, tra cui un altro componente cruciale, il cannabidiolo (Cbd), capace di modulare l’attività del tetraidrocannabinolo prolungan- done l’azione e limitandone gli effetti collaterali. Questo non è il componente psicoattivo, ed è quindi senza effetti sul cervello. Questa sostanza ha una certa ef- ficacia come anticonvulsivante, sedativo e analgesico, aiuta a contrastare il diabete, le infezioni batteriche e i tumori maligni, serve a proteggere i nervi e ha effetti documentati contro le psi- cosi e gli stati d’ansia. Oggi sono oltre 600 le sostanze derivate dalla cannabis e appartengono alle famiglie dei cannabinoidi, dei flavoni e dei terpeni. Una foglia, molte proprietà I cannabinoidi sono più di 60. Ol- tre ai due già citati, sono impor- tanti: la tetraidrocannabivarina, che accelera il raggiungimento dello stato euforico, ma ne dimi- nuisce di molto la durata e sem- bra utile per combattere il dia- bete di tipo II, oltre ad avere mo- strato un effetto preventivo con- tro i tumori maligni; la cannabi- cromina, che sembra capace di combattere gli stati di depres- sione e le infiammazioni e ha mostrato un effetto inibitore nei tumori al seno e nella leucemia. L’industria farmaceutica ha pro- dotto diversi cannabinoidi sinte- tici, ma questi sembrano mo- strare minore efficacia e mag- giori effetti collaterali rispetto ai derivati naturali. L’equipe di stu- mento Aids-correlata. Ci sono poi patologie per cui esi- stono promettenti evidenze pre- liminari di efficacia dei derivati della cannabis, per le quali sono necessarie sperimentazioni clini- che controllate, cioè: sclerosi multipla, terapia del dolore, sin- drome di Gilles de la Tourette, glioblastoma, artrite reumatoide, glaucoma, epilessia, ictus e traumi cranici, prevenibili grazie agli effetti neuro protettivi e an- tiossidanti. Infine c’è un gruppo di patologie per le quali esistono evidenze di efficacia meritevoli di ulteriori approfondimenti, che sono: le- sioni midollari (paraplegia, tetra- plegia), malattie neurodegenera- tive (distonie, Parkinson, corea di Huntington, Alzheimer), asma bronchiale, malattie autoimmuni e patologie infiammatorie croni- che (lupus eritematoso, morbo di Crohn, colite ulcerosa, psoriasi), sindromi ansioso-depressive e al- tre sindromi psichiatriche, pato- logie cardiovascolari, sindromi da astinenza nelle dipendenze da sostanze, prurito intrattabile, tu- mori. Gli effetti collaterali sono gli stessi per tutti i farmaci a base di cannabinoidi e dipendono dalla dose e dalla condizione psicofi- sica del paziente, ma solitamente scompaiono nel giro di poche ore. Tra i più comuni ci sono le temporanee alterazioni dell’atti- vità psichica (euforia, sedazione, ansia, alterata percezione del tempo, depressione, prestazioni cognitive diminuite) e motoria (debolezza muscolare), accelera- zione della frequenza cardiaca, ipo salivazione, labile stabilità or- tostatica. Non sono noti casi di morte riconducibili all’uso di can- nabis. • Cannabis | Terapia | Farmaci • MC RUBRICHE MARZO 2016 MC 63 # Pagina precedente : pianta di cannabis, Paesi Bassi. # In queste pagine : cannabis per uso terapeutico, acquistata al peso e in confezione, Paesi Bassi.
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