Missioni Consolata - Marzo 2016
MARZO 2016 MC 15 MC ARTICOLI vare un altro lavoro? Forse per- ché non era destino». Continua a pulire latrine nella zona, aiutata talvolta dalla figlia e dal figlio, mentre il marito lavora per una società che si occupa della manu- tenzione delle fogne. Un tempo si accompagnava a Meena, ma da un anno Meena ha preso un’altra strada: grazie all’aiuto di Ska ha ricevuto un risciò elettrico per il trasporto passeggeri. Leela nota che la vita di Meena è cambiata: sembra più sicura di sè e, anche se continua a subire discrimina- zioni, non ha più paura. «Dopo aver bruciato la sua cesta di Val- miki - dice Meena - non è certo il traffico di Nuova Delhi a spaven- tarmi». Gianluca Iazzolino Gianluca Iazzolino, africanista, è collaboratore di MC. Eloisa d'Orsi, fotogiornalista freelance collabora con diverse testate. I suoi ultimi lavori riguardano le frontiere in area Schengen (www.eloisadorsi.com) . perse anche il diritto ad accedere al sistema di quote previsto nel- l’amministrazione pubblica per i Dalit. Saroch, anche se cristiana, riprese in mano la cesta di vimini dei genitori. Il sistema delle caste che plasma il presente e il futuro dei Valmiki va così oltre l’induismo: riguarda anche cristiani, musulmani e, in misura minore, buddisti. È stato addirittura rinvigorito dall’aper- tura del paese al libero mercato. Come spiega Ramesh Nathan, se- gretario generale del Movimento nazionale dalit per la giustizia , l’ondata di privatizzazioni degli anni ’90 ha creato un sistema di appalti che premia gli imprendi- tori capaci di tagliare al massimo i costi. Un caso esemplare è quello della rete ferroviaria indiana, un gigante di 65.000 km su cui 14.300 treni trasportano 25 mi- lioni di passeggeri ogni giorno. Gli scarichi l’hanno resa la latrina a cielo aperto più grande del mondo. Per ripulire i binari, le so- cietà private impiegano la mano- dopera più economica sul mer- cato: gli uomini valmiki. La servitù di casta si sposa così con la logica neoliberista. Difficile uscirne Per le donne valmiki, impegnate soprattutto nella pulizia di latrine in case private, Ska ha avviato dei programmi di sostegno econo- mico. A Ghaziabad, un villaggio a Nord di Delhi, una trentina di donne cuciono borse vendute nel circuito del commercio equo e so- lidale. L’età è varia, ma condivi- dono esperienze simili. C’è chi ha praticato la raccolta manuale dal- l’adolescenza e chi ha cominciato dopo il matrimonio perché così faceva la famiglia del marito. Hanno abbandonato da poco l’at- tività ma molte continuano a sof- frire l’umiliazione degli avanzi di cibo lanciati in una busta, o del- l’acqua negata, o della loro stessa identità ridotta alle ceste che tra- sportano sul capo. Nelle manifestazioni organizzate per richiamare l’attenzione del governo sul dramma delle donne valmiki, quelle ceste hanno ali- mentato dei falò, ma c’è chi non esclude la possibilità di tornare al lavoro di raccoglitrice manuale: anche chi si dice felice della nuova attività non riesce a libe- rarsi dal timore di essere prigio- niera di un destino già tracciato. Lo stesso fatalismo è espresso da Leela, che abita a pochi passi dalla casa in cui Meena vive con il marito e una figlia a Ramnagar. «Perché non sono riuscita a tro-
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