Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016
T orino, città dove il beato Giuseppe Al- lamano svolse il suo ministero di sa- cerdote, a partire dal secolo XIX, fu uno dei principali centri di sviluppo dell’a- zione sociale e industriale dell’Italia. La Prov- videnza volle che in questa città sorgessero, in quel tempo, diversi santi sacerdoti che fondarono opere grandiose a sostegno dello sviluppo sociale e cristiano del popolo: per esempio San Benedetto Cottolengo, San Leonardo Murialo, San Giovanni Bosco, come pure altri meno conosciuti, ma non meno attivi e influenti. Si tratta di sacerdoti santi che non esaurirono la loro azione alla cura spirituale della comunità cristiana, ma l’allargarono alle classi povere e abbando- nate. Oggi, questi sacerdoti sono comune- mente identificati come «Santi sociali». Anche l’Allamano appartiene alla loro schiera benché la sua azione prevalente, per cui oggi è ricordato, si sia svolta soprattutto in favore della formazione dei sacerdoti, della promozione della pietà mariana e, in particolare, della diffusione del Cristiane- simo nel mondo con la fondazione dei due istituti missionari. Durante l’anno 2016, questo inserto di Mis- sioni Consolata tratterà dei principali campi dell’attività sociale dell’Allamano. Presenterà il suo influsso nel giornalismo cattolico; la sua assistenza ad associazioni di uomini e di donne in diverse fabbriche della città; il suo sostegno a iniziative in favore della classe operaia. In particolare, presenterà il suo me- L’ALLAMANO SANTO SOCIALE todo missionario, che seppe armonizzare l’evangelizzazione con la promozione umana dei popoli. Che l’Allamano sia stato sensibile e si sia im- pegnato anche nel campo sociale lo attesta- rono molti di quelli che lo conobbero. Ad esempio, un sacerdote che ebbe l’occasione di avvicinarlo più di una volta, disse di lui: «Ebbi l’impressione vivissima di essermi in- contrato con un uomo dalle idee sociali molto larghe e di perfetto equilibrio. Seppi poi da sicura fonte, e potei anche consta- tarlo personalmente, che il canonico Alla- mano simpatizzava cordialmente colla gio- vane scuola sociale cattolica». Il Vescovo au- siliare dell’Archidiocesi di Torino, mons. Gio- vanni Battista Pinardi, scrisse a lungo dell’in- flusso dell’Allamano sulle attività sociali del suo tempo: «Nessuna iniziativa d’azione svolta [dalla Chiesa, ndr ] ai suoi tempi sfuggì all’irradiamento che partiva dal Convitto della Consolata, dove l’Allamano era Ret- tore». Dopo avere parlato dell’influsso del- l’Allamano sul giornalismo cattolico e in altri campi della vita sociale, concluse: «Il cano- nico Allamano molti lo ricorderanno all’en- trata del Santuario della Consolata nella pri- mavera del 1921, accanto al cardinale Ago- stino Richelmy, per assistere alla memo- randa sfilata dei giovani: fu una giornata me- ravigliosa di entusiasmo e fervore, ed il vec- chio canonico, armai carico di anni, era an- cora pervaso da un fremito di vita nuova». Ci auguriamo che questa breve rubrica, che apparirà, a mesi alterni, in questa rivista durante il 2016, sia di gradi- mento ai lettori e dia loro la possi- bilità di avvicinarsi a un aspetto an- cora poco evidenziato della perso- nalità dell’Allamano. padre Francesco Pavese cammino di santità GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 79 # Giuseppe Allamano, anziano, e la piazzetta davanti al Santuario della Consolata.
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