Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 77 Cari amici lettori, è con piacere che vi presento questa edi- zione rinnovata della pubblicazione dedi- cata al beato Alla- mano. Non stampe- remo più l’allegato che ricevevate tre volte all’anno, sosti- tuito da ora in avanti da questo inserto che manterrà una sua precisa identità e ap- parirà cinque volte al- l’anno alternandosi con l’inserto «Amico». Non vogliamo sia solo una operazione di risparmio, pur necessaria di questi tempi, ma speriamo sia un modo efficace per farvi avvicinare con più familiarità a un santo che per noi significa molto, il beato Giuseppe Alla- mano, il quale ha ispirato e cambiato la nostra vita con il suo stile semplice che insegna a essere «santi e missionari». Gigi Anataloni I n questo nuovo anno dedicato alla mise- ricordia vogliamo guardare alla beata Irene come alla nostra protettrice e mo- dello, perché lei si caratterizza proprio per la sua misericordia. È l’appellativo che a sua insaputa le aveva dato la gente di Gikondi (Kenya): Nyaatha , una parola che indica la «mamma tutta misericordia», la «misericor- dia personificata». Ancora oggi è chiamata così. Lo si è constatato alla beatificazione. Per la gente era la «mware mwendi ando», la sorella che ama le persone. Irene è espressione limpida dello spirito del beato Giuseppe Allamano, missionaria della Consolata pienamente realizzata, segno della visione e del metodo missionario la- sciatoci dal nostro fondatore. La beata Nyaatha, icona della misericordia, è dono della Consolata e del fondatore ai loro figli e figlie. Diceva l’Allamano: «Bisogna proprio che viviamo, respiriamo, ci perdiamo in Dio. I miei occhi sono sempre rivolti al Signore. Mi piace tanto questa frase e dovete ricordarla. Teniamo sempre gli occhi rivolti a Dio, come i suoi occhi sono continuamente rivolti su di noi». È una raccomandazione particolarmente significativa per noi nell’anno della misericordia. Il fondatore ribadiva spesso ai missionari di avere «un cuore largo verso i fratelli», un «cuore grande e generoso», «magnanimo per ogni miseria umana», «pieno di amore per Dio». Ed esortava a essere «missionari della bontà», che agiscono con tenerezza, pazienza, umiltà, mansuetudine, affabilità, «senza asprezze», con «massima dolcezza», «bel garbo e carità», proprio come ha fatto la beata Irene. L’Allamano ai missionari che partivano racco- mandava: «Spandete il profumo dell’amore»; «fate felici le persone», perché «vogliamo portare consolazione». «Consola- zione» nel suo linguaggio è sinonimo di «misericordia». Testo adattato dalla lettera dell’8 dicembre 2015 dei Superiori generali alle missionarie e ai missionari della Consolata nella quale propongono la beata Irene come modello di vita missionaria per il 2016. A cura di Sergio Frassetto ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

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