Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 65 mio confidente! Oh, ahimé per il mio uccello melodioso, vino del mio spirito, mio giardino e mio dolce basilico!” […]. Il mercante, logorato dal dolore, dall’angoscia e dalla nostalgia, pronunciava centinaia di frasi, a volte in pole- mica con se stesso, a volte giusti- ficandosi, a volte supplicando, a volte appassionato di verità, a volte di irrealtà […]. Dopo di ciò, lo buttò fuori dalla gabbia. Il pappagallino volò via fin su un alto ramo. Quel pappa- gallo morto prese il volo come quando il sole balza in avanti da Oriente. Il mercante rimase stu- pefatto per ciò che l’uccello aveva fatto; senza capire, im- provvisamente intuì i segreti del- l’uccello. Alzò il volto e disse: “Oh, fammi la grazia di spiegare questo fatto. Che cosa ha fatto quel pappagallino laggiù perché tu imparassi il modo di preparare questo cocente stratagemma per me?”. Il pappagallo disse: “Con la sua azione, mi ha consigliato: ‘Ri- nuncia al fascino della tua voce e al tuo affetto, poiché è stata la tua voce che ti ha condotto alla schiavitù’. Esso ha fatto finta di essere morto per darmi questo consiglio intendendo: ‘Tu che sei divenuto un cantore per il fior fiore della società e per la gente comune, per ottenere la libertà muori come faccio io’”. Così il pappagallo gli diede uno o due consigli pieni di saggezza, poi gli rivolse il saluto della separa- zione. Il mercante gli disse: “Va’, che Dio ti protegga! Adesso mi hai mostrato una nuova via”, e disse a se stesso: “Questo consi- glio è per me; seguirò la sua via, poiché quella via è radiosa. La mia anima sarebbe forse infe- riore a quella del pappagallo? Ogni anima deve seguire una via così buona”». Commento al racconto Si tratta di un testo con intenti performativi: leggendolo si ha l’impressione di crescere nella li- bertà e si può immaginare il sufi che si lascia portare dalle sue pa- role aprendosi sempre più a Dio. Il pappagallo incarna l’anima del sufi, o anche il desiderio umano di vera pace e di vera libera- zione. È anche il simbolo dell’es- sere che ripete senza una vera logica le parole ascoltate: esso ri- pete, ma senza capire necessa- riamente i suoni che pronuncia. La storia inizia con la presenta- zione della situazione: il pappa- gallo è imprigionato, come l’a- nima dell’uomo. Il mercante è il suo padrone incontestato. C’è in questo passaggio tutta la visione del sufismo: l’anima profonda e autentica dell’uomo è in gabbia, imprigionata in mille lacci che la tengono legata al mondo. Il mer- cante è simbolo della più bassa mondanità dell’uomo che viaggia per il mondo in cerca di godi- mento. La sua logica tiene in scacco tutti, servi e pappagallo: «Cosa vuoi che ti porti dall’In- dia?». Per mantenere i servi as- # Pagina precedente : davanti al mau- soleo di Rûmî, a Konya, Turchia. # In questa pagina in senso orario da qui sopra : una scena di strada a Istanbul. | Bimbo sufi con copri- capo particolarmente colorato. | Abluzioni. | Veduta di Istanbul. # Pagina seguente : ragazze di Istanbul imparano a pregare. | Dettaglio della moschea Ulu, a Mardin, nel Sud Est della Turchia, sul confine con la Siria. | Copertine di alcuni dei libri di Alberto Fabio Ambrosio. Flavio Spugna/Flickr.com Chris Barnes/Flickr.com Saad Sarfraz Sheik/Flickr.com • Sufismo | Islam | Liberazione interiore | Rûmî • MC RUBRICHE

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