Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016
solo in terra ma anche in mare...» («Prima - come dice, tra gli altri, il leader della Lega M. Salvini - bi- sogna pensare ai disoc- cupati e agli esodati ita- liani...»), sostengo che le vittime della guerra, del- le persecuzioni e dei trafficanti di uomini an- drei a prenderle con le navi da crociera, ma gli eventi di questi ultimi an- ni mi hanno radicato sempre di più in questa convinzione. Quando vedo che molti di coloro che annegano so- no bambini piccolissimi, quando vedo che dalla Siria arrivano addirittura dei disabili con la sedia a rotelle, quando sento che i conflitti solo in Siria, hanno provocato 250mila morti e 5 milioni di pro- fughi, quando in Croazia, dall’Afghanistan, arriva una donna come Bibihal Mirzaji, 105enne, piena di voglia di vivere e di raggiungere la Svezia, non posso che ribadire ciò che molti dei miei in- terlocutori si ostinano a giudicare, nella migliore delle ipotesi, come una bizzarra provocazione... Sì, quelle navi così gran- di, così attraenti, così lussuose, così avveniri- stiche, ma anche così fragili (il Titanic prima e, in tempi molto più recen- ti, la Costa Concordia, ce lo hanno insegnato e il costo è stato altissimo...) mettiamole al servizio degli ultimi, dei disere- dati, degli indifesi, met- tiamole al servizio del Bene. Il prossimo «inchi- no» i comandanti delle città galleggianti lo fac- ciano dinanzi ai profughi siriani, iracheni, afghani e africani... Pensino ai criteri stabiliti da Gesù nel Vangelo per banchetti e seguiti, un mesetto fa, da quella «mancata suocera» di Sacramento, in Califor- nia, la quale, invece di piangere per le nozze sfumate della figlia, i- gnobilmente tradita dal fidanzato, ha gioito e, in- 6 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2016 redazione@rivistamissioniconsolata.it mcredazioneweb@gmail.com seminarista Secondo Ghiglia, presero i loro mantelli e partirono sen- za esitazione ma con grande zelo apostolico per amore a Dio. Quando arrivarono in Mozambi- co, agirono come un a- gricoltore che semina e ha fiducia che quel che ha seminando germo- glierà, crescerà e darà molti frutti. Però loro hanno seminato non gra- no ma la Parola di Dio nei cuori dei credenti. Il piccolo chicco seminato dai primi quattro missio- nari, oggi è diventato un grande albero, forte nel- le sue radici, nelle sue foglie e nei suoi frutti; un albero che neppure un grande uragano potreb- be abbattere perché il seme è stato piantato in terra fertile nel tempo giusto. La loro semplicità e pre- senza in mezzo al popolo diventò, e continua a es- sere, segno di vicinanza, di amore, e di fiducia. Dalla prima generazione fino a oggi le priorità pa- storali dei missionari che lavorano in Mozambico si possono elencare in due gruppi principali: - L’evangelizzazione: i vece di disdire tutto, ha confermato la prenota- zione nel ristorante scel- to per il rinfresco, ma la festa l’ha fatta invitando i poveri, gli emarginati, i senzatetto della città. Grazie per l’attenzione Luciano Montenigri 31/10/2015 MARTIRIO Caro Padre Gigi, nella rivista del novem- bre scorso hai trattato delle procedure di beati- ficazione e canonizzazio- ne. Da parte mia vorrei aggiungere che con papa Benedetto XVI il miracolo può essere sostituito dal martirio in odio alla fede, naturalmente comprova- to (vale per i singoli mar- tiri come per gruppi di martiri). Anche papa Francesco ha fatto ricor- so a questa procedura nel suo pontificato. Meri- ta di essere segnalato questo opportuno ag- giornamento nella pro- cedura in quanto Missio- nari della Consolata poi- ché le testimonianze di martirio dei missionari oggi stesso sono nume- rose e patrimonio di grande santità nella te- stimonianza totale alla fede in Gesù. Cari saluti Anastasio Ferrari Fidenza, 9/11/2015 Grazie d’averlo ricordato. Non avevo dimenticato questo aspetto, ma nel mio piccolo riassunto ave- vo dovuto essere più sin- tetico che mai. Se non sbaglio, il processo inizia- to per suor Leonella, co- me quello per i martiri di Guiua in Mozambico, si avvale proprio di questa clausola. NOVANTESIMO Anniversario dell’arrivo dei missionari della Consolata in Mozambico Tra le date che non pos- siamo dimenticare c’è il 30 ottobre, perché è la data in cui sono arrivati i primi quattro missionari della Consolata in Mo- zambico, nel 1925. Per grazia di Dio quest’anno 2015 abbiamo celebrato il novantesimo anniver- sario. Partiti da Torino dopo aver ricevuto il cro- cifisso dal beato Giusep- pe Allamano, i padri Pao- lo Borello, Lorenzo Sper- ta, Giovanni Chiomio e il © Af storico IMC/ I primi cinque missionari della Consolata partenti per il Mozambico nel 1925.
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