Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

DAI LETTORI Cari mission@ri GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 5 importante nella missio- ne. L’intervista merita: le domande sono adeguate per rispondere quali so- no i sogni dell’Istituto, le difficoltà e il grande pri- vilegio di approssimarsi, come missionari, al mo- saico plurietnico e maxi culturale... In quell’articolo i perso- naggi sono giovani e «ve- ri». Significa che la pri- mavera già è iniziata e che Dio è fedele. Compli- menti Missioni Consola- ta . Grazie anche per l’ar- ticolo di maggio: «La “mia” Irene». Fa bene al cuore ripassare i motivi dei nostri affetti e le con- quiste di Dio. Avanti! Con stima, sr. Leta Botta Boa Vista, Brasile, 17/11/2015 50 ANNI SPECIALI La storia della salvezza vive anche di numeri e 50 non è un numero come gli altri. Auguri quindi, auguri di cuore per il vo- stro 50° anno nella terra degli Yanomami, e com- plimenti per il regalo che vi siete fatti e che ci avete fatto, con il dossier su Roraima. Entusiasmante leggere, tra le altre cose, tutte molto interessanti, che «gli Yanomami stan- no vivendo una forte cre- scita demografica...» e che «nella regione del Catrimani 408 persone hanno meno di 14 an- ni...». Grazie. Francesco Rondina 28/10/2015 NAVI DA CROCIERA Cari Missionari, io sarò anche esagerato quando, rispondendo a chi lamenta l’islamizza- zione dell’Europa e invo- ca i «respingimenti non L’HOTEL A 5 STELLE Svuoto la cassetta della posta dove, con altra cor- rispondenza (perlopiù bollette da pagare), c’è Missioni di Novembre. Mentre mi dirigo verso l’ascensore, tolgo alla ri- vista la protezione di pla- stica. Un brusco movi- mento e, per salvare l’al- tra corrispondenza, la rivista scivola a terra. Quasi fosse comandata da una sapiente mano, resta aperta a pagina sette mostrando un sor- riso che ben conosco e che mi riporta indietro di 13 anni. A marzo 2002. Un sorriso aperto, since- ro, non di facciata, non di sola cortesia. Uno di quei sorrisi, accompagnati spesso da sonore risate, che ti conciliano col mondo. Che ti fanno ap- prezzare la vita. Che ti fanno capire la bellezza di viverla, nonostante u- na parte d’umanità fac- cia di tutto per fare e- mergere il contrario. Pa- dre Franco, che ebbi la grande fortuna di cono- scere a Nairobi. Una del- le figure più positive e coinvolgenti, pur nella sua semplicità priva di o- gni ostentazione, che io abbia conosciuto nel mio lungo peregrinare in ter- re di Missione e non solo. Al mio ritorno, scrissi un articolo Hotel a 5 stelle che pubblicaste nel 2002 sia su Amico , a luglio, che MC , a ottobre. Con- servo ancora gelosa- mente quelle pagine in suo ricordo. La notizia della sua scomparsa mi ha sferra- to un secondo potente pugno allo stomaco, do- po quello della morte di mio fratello avvenuta 5 giorni prima. Non ero al corrente della sua ma- lattia. Avevo malaugura- tamente perso i contatti dopo che, per un proble- ma di virus al suo com- puter, aveva pregato di astenersi dall’inviare e- mail per un certo perio- do. Il suo ricordo rimarrà comunque sempre ben custodito nel mio cuore accanto alle persone più care della mia non bre- vissima vita. Mario Beltrami Sesto San Giovanni (MI), 19/11/2015 UOMINI DI POCO CONTO Caro Padre Gigi, quando sono riuscita a leggere l’editoriale dello scorso giugno, sono ri- masta colpita dalle paro- le di Giorgio Torelli: Se molti uomini di poco conto, in molti posti di poco conto, facessero cose di poco conto, allo- ra il mondo potrebbe cambiare . Non posso che concordare con tale pensiero e credo, anche se probabilmente sareb- bero altri a doverlo dire, di agire in tal modo nei contesti in cui sono im- pegnata. C’è tuttavia da considerare che, proprio perché mi sembra di a- vere assunto il ruolo di chi è di «poco conto» da molti anni, spesso gli e- venti, le decisioni, i cam- biamenti, e non parlo dei riconoscimenti che non costituiscono un obietti- vo pur facendo piacere, avvengano spesso se- condo logiche del tutto impreviste e non rispon- dano a criteri di pruden- za, ragionevolezza, pon- derazione, discernimen- to, bensì a criteri di brillantezza nell’esposi- zione, immagine vincen- te, forza nella relazione interpersonale, prevari- cazione nell’azione. Più volte mi è capitato, infat- ti, di constatare che, pur avendo capito quale fos- se il comportamento più funzionale da seguire, in ambito lavorativo in par- ticolare, per modificare in meglio una situazione, gli eventi abbiano poi ri- sposto a ben altre «non scelte», ossia a dinami- che attivate da forme di «astuzie» ben masche- rate, a vantaggio non di tutti bensì solo di qualcu- no, se non di uno. Tutto ciò non inficia la convin- zione citata in preceden- za, ma induce a pensare che per affermare la giu- stizia da parte di chi è di poco conto, in posti di poco conto e tramite co- se di poco conto, occor- rano non solo le virtù ma anche il riconoscimento e la tutela delle intenzio- ni e dei comportamenti virtuosi, ossia strumenti che, pur in modo poco vi- sibile, impediscano ai criteri poco razionali, co- me l’interesse persona- le, di avere la meglio. Sempre riconoscente per le suggestioni. Milva Capoia 25/07/2015 LA PRIMAVERA È GIÀ INIZIATA Caro Direttore, so di scrivere in ritardo, ma lo voglio fare comun- que. È difficile dire se un articolo poteva uscire meglio di un altro, ma al- cuni articoli sono insupe- rabilmente ben riusciti. Oggi mi riferisco all’arti- colo di ottobre: 2 Istituti 1 Missione . Le foto gridano al sole: diversità e unità, collaborazione e complementarietà, alle- gria e chiarezza di ob- biettivi, Dio fonte di ogni chiamata e fedeltà nella risposta. Coraggio, movi- mento, fermate, tutto è

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