Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

dunque che alcuni tipi di connessioni sfocino nel malaffare. Non so se Francesco avrà il tempo di an- dare fino in fondo. Le resistenze che sta incon- trando sono molto forti e purtroppo non sono in molti coloro che lo seguono sulla strada della tra- sparenza e della povertà». Il cristianesimo ha affrontato il tema econo- mico e i suoi problemi. Ha criticato prima il co- munismo e poi anche il capitalismo. L’Islamha un proprio sistema economico (che non può pre- scindere dal Corano). Il risultato non è però di- verso: l’economia uccide anche nei paesi isla- mici. A parte in quelli produttori di petrolio (Arabia Saudita, Kuwait, Qatar e pochi altri), la miseria la fa da padrone in tutti i restanti. Que- sta condizione non può produrremostri e terro- rismo? «La povertà, in tutti i suoi aspetti, produce sem- pre insoddisfazione, fondamentalismo, spirito di ri- valsa, vittimismo: un concentrato di ingredienti che può sfociare facilmente nella violenza. Ma la po- vertà non è solo in Medio Oriente e nei paesi isla- mici, è anche qui da noi. A Parigi, a Bruxelles, a Londra ci sono periferie, abitate in massima parte da immigrati, nelle quali le condizioni di vita sono inimmaginabili. Forse i luoghi di maggiore incuba- zione della violenza sono proprio questi, perché lì sono più forti, evidenti e quotidiani i contrasti e gli squilibri. Bisognerebbe tornare alla lezione di Paolo VI, in particolare della Populorum progressio , l’en- ciclica dedicata al tema dello sviluppo integrale della persona. Ma il mondo in cui viviamo sembra andare nel senso opposto, perché produce dosi sempre maggiori di ingiustizia sociale e di esclu- sione. Tuttavia sarebbe sbagliato, o quanto meno superficiale, sostenere che la violenza abbia le sue radici solo in questi fattori. Molti altri sono gli am- biti sui quali indagare, a partire dalle politiche scel- lerate dell’Occidente. Basti pensare all’ammistra- zione Bush, che ha destabilizzato in modo irrespon- sabile l’Iraq senza avere un’alternativa. E alla stessa Francia, che ha agito in modo analogo in Li- bia, con conseguenze catastrofiche. Alla base di questi interventi ci sono state anche, se non soprat- tutto, motivazioni economiche. Quindi l’economia uccide in molti modi, a tutte le latitudini e sotto tutte le bandiere». Paolo Moiola GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 49 • A LDO M ARIA V ALLI - È vaticanista del Tg1, dopo esserlo stato per undici anni al Tg3. T RA LE SUE PUBBLICAZIONI PIÙ RECENTI : • Piccolo mondo vaticano. La vita quotidiana nella città del papa , Laterza 2012; • Il forziere dei papi. Storia, volti e misteri dello Ior , Àncora Edi- trice, Milano 2013; • Chiesa ascoltaci! Gli “irregolari” credenti si rivolgono al Sinodo , Àncora Editrice, Milano 2015. Troppe le scelte sbagliate e decisamente antievan- geliche, troppe le persone sbagliate alle quali sono state affidate le gestioni economiche e finanziarie (basti pensare alla vicenda Marcinkus). Rispetto a quei tempi la situazione è di gran lunga migliorata, ma le zone d’ombra sono innumerevoli perché molte amministrazioni vaticane non si sono mai trovate nelle necessità di dover rendere conto del proprio operato, e ora in molti casi vorrebbero con- tinuare così. Di qui le resistenze e di qui anche i ve- leni. Gli interessi in gioco sono notevoli». In unmondo dominato dalla finanza globaliz- zata e speculativa, le istituzioni religiose come dovrebbero comportarsi? «Non saprei dare un giudizio perché non sono un esperto. Da osservatore delle cose vaticane posso solo dire che forse sarebbe il caso di eliminare i problemi alla radice, cioè di eliminare le occasioni che, come si dice con espressione popolare, “fanno l’uomo ladro”. Tanto per dire: perché in vaticano ci devono essere pompe di benzina con il carburante a prezzo ribassato? Perché ci devono essere un su- permercato e una farmacia (dotata, fra l’altro, di un settore cosmetici da far invidia ai più grandi negozi di New York)? Perché ci deve essere un grande ne- gozio che vende articoli di lusso in tutti i settori, compresi abbigliamento, alcolici e tabacchi? Che cosa c’entra tutto questo con la missione della Chiesa e con il Vangelo? Sono solo alcuni esempi. Capisco che la Santa Sede e lo stato della Città del Vaticano possano ancora essere assillati da quel vecchio tarlo circa il modo di procurarsi risorse per vivere, ma ormai è chiaro che le strade dovrebbero essere altre. La “Chiesa povera e per i poveri” vo- luta da Francesco avrebbe bisogno di una vera con- versione in questo senso. Lo stesso apparato buro- cratico e amministrativo è sovradimensionato. Non dimentichiamo che il Vaticano vive nel cuore di una città come Roma, che è città del potere. Inevitabile Sotto : papa Francesco parla a Washington davanti al Con- gresso degli Stati Uniti (24 settembre 2015). Pagina prece- dente : il vaticanista Aldo Maria Valli davanti a San Pietro. © Samuel Corum / Anadolu Agency / AFP DOSSIER MC RICCHEZZA E POVERTÀ

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=