Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

E che dire della questione ambientale? «Non c’è dubbio che il cambiamento ambientale ha anche ragioni obiettive (il nostro pianeta non è eterno e cambia come tutto intorno a noi). Quello che però possiamo fare è di non aggravare la situa- zione con i nostri comportamenti. Anche le nostre individuali piccole scelte contano, ma pochissimo rispetto ai danni che ha prodotto l’industrializza- zione e quella massa di servi incoscienti che sono i tecnici e gli scienziati che continuano a “creare” strumenti di morte e inquinamento senza dirci nulla. Questo solo per bieco guadagno. O per ra- gioni ideologiche (la libertà della scienza)». L’Occidente e la forza della Cina Governi, istituzioni economiche emedia alli- neati sostengono che i problemi attuali sono ge- nerati dalla spesa pubblica eccessiva, dal debito accumulato da alcuni stati, dallamancanza di flessibilità in alcuni fattori di produzione. È que- sta - dunque - la vittoria della globalizzazione e del pensiero unico? «Esatto. Siamo in presenza di una indiscussa vit- toria della Triade e della Troika (vedi riquadro Po- tere unico, ndr ). Questa è riuscita a destabilizzare e vanificare in Occidente tutte le forme di resistenza e di contropotere esistenti (partiti, sindacati, Ong, ecc.), estendendo il proprio dominio e i propri ef- fetti anche all’area di mercato e di potere dei paesi socialisti, e a gran parte dei paesi africani. Lo scon- tro finale al quale si sta preparando è con l’Asia e alcuni paesi dell’America Latina per il quale ha però necessità di rimuovere la Cina dalla carta geo- politica e geo economica del pianeta, il che non è cosa facile da realizzare». Lei parla di Cina. Che oggi è la prima potenza economicamondiale. Tuttavia, è un paese comu- nista che attua una politica economica ultra ca- pitalista. Pechino potrà continuare a lungo su questa strada ambigua? «Rispetto a capitalismo e socialismo non bisogna confondere le forme di mercato con il problema del potere. Il mercato non è una invenzione del capita- lismo, ma una forma di organizzazione degli scambi e della produzione preesistente al capitalismo. Il capitalismo europeo se ne è impossessato e lo ha via via deturpato per ragioni di potere. Con il suo modo di agire lo utilizza a vantaggio proprio, del si- stema in generale e delle élite. Allo stesso modo i comunisti cinesi utilizzano il mercato a proprio vantaggio e sembrano riuscirci bene perché stanno scavalcando il potere del capitalismo occidentale. Tuttavia, la Cina non è ancora la prima potenza economica mondiale, e questo lo sa benissimo, per cui si muove con grazia e prudenza». Sulla lealtà fiscale e la criminalizzazione dei «sudditi» L’evasione, l’elusione e i paradisi fiscali sono elementi centrali di questo capitalismo. L’eva- sione è praticata da piccoli e grandi, l’elusione è soprattutto delle imprese e dellemultinazionali (in primis, da quelle della cosiddetta «nuova economia»). I paradisi fiscali sono probabil- mente l’invenzione più efficace della finanza in- ternazionale. Tutto questo dipende da unaman- canza di etica individuale e collettiva? Tutto questo è inevitabile? «Ovviamente non è inevitabile, come dimostra il fatto che alcuni paesi riescono meglio di altri a con- trollare i circuiti di reddito, di risparmio e fiscali. Dipende dalla volontà dei governi. Di fronte a un cenno di crollo speculativo di borsa in Cina il go- verno di Pechino è intervenuto modificando le re- gole della borsa e tutto si è riallineato. Lo stesso ha fatto in altri casi di fronte al rischio di “bolle” im- mobiliari, cambiando immediatamente le regole del gioco. Cosa che ovviamente scandalizzerebbe i libe- rali nostrani, ma che è una sacrosanta difesa del tanto da noi decantato quanto trascurato “bene co- mune”. Sulla lealtà delle persone verso le tasse e lo stato c’è da puntualizzare. In realtà si tratta in pri- mis di un indice di fiducia dei cittadini verso le isti- GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 45 Potere unico Sgretolamento U na nuova geografia del potere si è venuta arric- chendo nel corso degli ultimi venti anni con il suo consolidamento e il passaggio dal «pensiero unico» al «potere unico». [...] La Triade definisce l’artico- lazione geografica della globalizzazione nei tre centri maggiori del suo potere economico (Giappone, Stati Uniti e Unione europea). La Troika - Banca centrale euro- pea, Fondo monetario internazionale e Commissione eu- ropea - è l’organo esecutivo della Triade, il suo braccio armato. [...] Il veicolo è tuttora quello del pensiero neoli- berista (liberalizzazioni e privatizzazioni), con il quale si mettono in moto processi di destabilizzazione dei mer- cati e degli stati. Bruno Amoroso, «Figli di Troika. Gli artefici della crisi economica», Castelvecchi, giugno 2013. D all’esplosione della crisi, la solidarietà tra i paesi ricchi non è riuscita ad andare oltre il bisogno di salvare le proprie banche. [...] sono stati adottati i cosiddetti «aiuti» per sostenere di fatto le pesanti ri- chieste di «risparmi» (tagli) [...] i paesi dell’Ue hanno dovuto accettare misure draconiane [aggravando la crisi e la disuguaglianza]. In questo quadro non può certo sorprendere che l’adesione al «progetto europeo» si vada sgretolando. Bruno Amoroso - Jesper Jespersen, «Un’Europa possibile», Castelvecchi, maggio 2014. “ ” “ ” DOSSIER MC RICCHEZZA E POVERTÀ

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