Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016
32 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2016 INTRODUZIONE LAVORATORI ESUBERANTI, BORSE FELICI Che l’attuale sistema economico sia ingiusto lo dicono in tanti. Il problema è che troppo pochi provano a cambiarlo. I n economia le variabili in gioco sono sempre tante e spesso imprevedibili. Eppure, alla fine, tutto su riduce a una questione di domanda e di offerta. Può essere, ad esempio, una do- manda di armi, di più armi. L’aumento degli attac- chi terroristici e dell’insicurezza, in borsa ha pro- dotto un aumento del valore delle multinazionali delle armi nella prospettiva di un (ulteriore) incre- mento delle loro vendite. Può essere una domanda di profitto, di più profitto. Quando una grande banca ha annunciato migliaia di esuberi (di propri lavoratori) immediatamente c’è stato un innalza- mento di valore del titolo borsistico della stessa. Quando una multinazionale del fast food - già spon- sor di Expo - ha deciso di aumentare i dividendi de- gli investitori è andata a comprimere i costi, ini- ziando da quelli per il personale (già retribuito con salari di pura sussistenza) 1 . Per una persona comune è difficile capire cosa sia più negativo in ambito economico. Un tempo gli strali del sentire medio erano diretti soprattutto verso le multinazionali che inquinano e sfruttano senza mai pagare il fio. Poi è toccato ai politici cor- rotti e/o privilegiati. Quindi, soprattutto in Italia, si è passati a singole categorie: i commercianti che non rilasciano lo scontrino fiscale, i dentisti che non fanno la fattura, i gioiellieri che dichiarano red- diti inferiori a quelli dei propri lavoratori, i dipen- denti pubblici che timbrano il cartellino e poi se ne vanno per i fatti loro, oppure quelli che usano i cer- tificati medici come giustificazione falsa per assen- tarsi dal lavoro. Senza generalizzare, tutte queste situazioni malsane rimangono purtroppo vere e at- tualissime, creando un clima avvelenato che porta a una guerra di tutti contro tutti. In questo modo si perde però di vista - nonostante si viva in uno status di iperinformazione (anche se per larga parte di pessima qualità) - l’origine del tutto: il modello economico del capitalismo neoli- berista con le sue fondamenta ideologiche ( deregu- lation , privatizzazioni, riduzione o addirittura eli- minazione dello stato sociale) e filosofiche (la glo- balizzazione e il pensiero unico). Perpetuandosi e anzi rinvigorendosi il modello (come accadrà, ad esempio, se passerà il «Trattato di commercio transatlantico»), ecco dunque che il cancro della speculazione continua a espandersi, che le di- seguaglianze aumentano anno dopo anno (con la «beneficienza» dei miliardari che si sostituisce allo stato sociale), che la terra e i suoi beni naturali sono depredati senza ritegno. Detta in altri termini, si vedono i singoli malanni, ma si trascurano la malat- tia e le sue cause. Siamo andati troppo avanti? Esistono vie d’uscita? Soluzioni ce ne sarebbero, ma sono difficili da far accettare alla maggioranza (che pure è vittima), e comunque richiedono tempo. In ogni caso, pren- dendo a prestito un’affermazione della direttrice di Oxfam: «Non si può andare avanti così» 2 . Ancora più chiaro è Pedro Casaldáliga: «Non si potrebbe mantenere un sistema tanto iniquo, se non fosse per l’inibizione di una gran parte della popolazione [...]. È ora di svegliarci perché è urgente cambiare le regole» 3 . A maggior ragione in epoca di terrorismo. PaoloMoiola N OTE (1) Tutti gli esempi si riferiscono a fatti reali accaduti nel no- vembre 2015. (2) Winnie Byanyima, direttore esecutivo di Oxfam, prefazione a Partire a pari merito , ottobre 2014. (3) Pedro Casaldáliga, introduzione a Agenda Latinoameri- cana 2016 , Disuguaglianza e proprietà , ottobre 2015. L’a- genda è uno straordinario concentrato di informazioni e riflessioni. Casaldáliga è vescovo emerito di São Félix do Araguaia (Brasile). © Libera Tv / Trieste 2014
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