Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

MYANMAR scalo a Ngapali, località turistica sul mare delle Andamane. Su Su e Simon sono miei vicini di capanno e mi invitano per un pranzo tipico birmano: zuppa di budi, una specie di zucchino, in brodo di cipolle e zenzero, e pollo fritto alla curcuma. Su Su è nata a Pathein e lavora come infermiera a Londra. Simon è nato nel ‘46 dal matrimonio di un ufficiale di ma- rina inglese, di stanza a Moul- mein, capitale dello stato Mon, con una donna birmana. «Avevo sei anni quando ci siamo trasferiti a Londra. Mia madre ha trovato difficile adattarsi alla nuova vita, con quattro figli da allevare senza gli aiuti che aveva in patria». Ora Simon vorrebbe ritornare a vivere a Yangon, ma il lavoro che sa fare, urbanista, è pagato pochissimo. A Ngapali i terreni vicini al mare sono stati acquistati da cinesi e da grossi gruppi che hanno co- struito alberghi di lusso. Prendo la bici e raggiungo un vil- laggio di pescatori. La tradizione di fare seccare al sole il pesce pic- colo è rimasta limitata a una zona della spiaggia. Vedo scaricare de- cine di grosse razze e mi unisco al drappello di curiosi. Poi proseguo per il capo che chiude la baia a Sud. Qui attraccano barche che portano passeggeri e casse di pe- sce molto pesanti. Noto la fatica dei quattro uomini che sollevano le casse. Fatica e povertà non sono cambiate, anche se ci sono alberghi e ristoranti ottimi. Vedo che si lavora per sistemare le strade e costruire ponti in ce- mento. Sono molte le ragazzine occupate nei cantieri a spalare ghiaia e trasportare mattoni per 4-5 dollari al giorno. Conosco Benno, un altoatesino che abita a Bangkok con la mo- glie, artista cinese. Lì ha fondato una onlus «Aiutare senza con- fini». Conosce il Myanmar da 15 anni e mi aggiorna. Pare che a Mandalay i funzionari governativi corrotti facciano avere ai cinesi documenti falsi per poter com- prare proprietà. Thandwe Il pick up carico di passeggeri sale nella valle un tempo coltivata a riso. Vedo che hanno costruito una casa di riposo, un campo sportivo e due monasteri. Le gio- vanissime monachelle e le an- ziane con il loro abito rosa e la te- stolina rapata, un tempo erano

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