Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

GENNAIO-FEBBRAIO 2016 MC 17 • Guerra | Tecnologia | Droni | Lotta al terrorismo • MC ARTICOLI # A sinistra : drone Usa armato MQ-9 Reaper. # Qui accanto : piloti Usa dell’MQ-1 Predator. # Qui sotto : drone civile utilizzato per acquisizione video in montagna. avrebbe diverse: Camerun, Ciad, Etiopia, Niger e Seychelles. Quelle in Ciad (stanziati in una vecchia base francese) e in Niger (una ad Agadez e l’altra a Nia- mey) avrebbero l’obiettivo di te- nere sotto controllo gli sposta- menti dei miliziani jihadisti in Africa dell’Ovest. Da questi aeroporti, oltre ai droni, decollerebbero anche pic- coli aerei bianchi e senza alcuna insegna e con sofisticate apparec- chiature elettroniche per l’osser- vazione a bordo. I velivoli verreb- bero tenuti lontani dalle zone di combattimento per evitare che un eventuale abbattimento possa mettere a rischio i piloti. Questi ultimi sono agenti dei servizi se- greti, ma anche contractors as- sunti ad hoc. Dal Camerun i droni svolgereb- bero funzioni di intelligence e sor- veglianza sulla vicina Nigeria, of- frendo informazioni alle truppe camerunensi, nigeriane e nige- rine in azione contro le milizie di Boko Haram. Probabilmente ver- ranno impiegati anche a sostegno del piccolo contingente Usa schierato al confine tra Camerun e Nigeria. In Etiopia, ad Arba Minch, e nelle isole Seychelles in- vece i droni vengono utilizzati prevalentemente per la sorve- glianza delle rotte che dall’O- ceano Indiano si spingono, attra- verso lo Stretto di Aden, verso il Mar Rosso. «Le forze statunitensi - sottolinea Luca Mainoldi, giornalista, esperto di Africa - utilizzano, an- che a livello tattico, piccoli droni, molto simili a modelli radioco- mandati, che volano nel raggio di individua le basi, i rifugi dei co- mandanti. Inizialmente i vertici militari Usa li utilizzano prevalen- temente con funzioni di osserva- zione e controllo. Un surrogato degli agenti dei servizi segreti. Qualsiasi operazione dei servizi speciali è preparata e accompa- gnata dai voli dei droni. Ma poi capiscono che essi possono di- ventare un’arma potentissima per le eliminazioni mirate, quelle che, in gergo militare, vengono chiamate « targeting killings ». Sui velivoli senza pilota vengono montati missili aria-terra Hellfire che sono poi sparati sui rifugi o sulle vetture che trasportano i co- mandanti delle milizie. «Non esistono, ovviamente, stati- stiche ufficiali - spiega Giulia Ti- lenni, junior analist di Caffè Geo- politico -, però, alcuni documenti riservati di cui sono venuta in possesso parlano di una ventina di attacchi offensivi in cui sono perite 108 persone. Le uccisioni mirate sono avvenute negli ultimi anni nel Corno d’Africa e hanno preso di mira i capi del movi- mento Al Shabaab». Se su Camp Lemmonier ci sono notizie certe, poco si sa invece delle altre basi statunitensi sul continente. Anche in questo caso, di ufficiale non esiste nulla. Da al- cuni leaks diffusi dalla stampa in- ternazionale però si è venuto a sapere che Washington ne © Master Sgt Steve Horton © Parrot SA

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