Missioni Consolata - Gennaio/Febbraio 2016

BURKINA FASO di MARCO BELLO da Ouagadougou 10 MC GENNAIO-FEBBRAIO 2016 «E ra il 29 ottobre [2014], verso le otto di sera. Decidemmo di dormire nei pressi della rotonda delle Nazioni unite, per essere i primi ad andare, il giorno dopo, all’Assemblea nazio- nale (Parlamento, nda )». Chi rac- conta è Daoda Soma, giovane in- gegnere informatico burkinabè, ma soprattutto militante di Le Ba- lai Citoyen (la scopa cittadina) tra le associazioni più agguerrite nel- l’insurrezione popolare del 2014. Il 30 ottobre era previsto che i de- putati votassero la modifica costi- tuzionale dell’articolo 37, che avrebbe permesso a Blaise Com- paoré, al potere dal 1987, di ri- SOCIETÀ CIVILE, SINDACATI ED ESERCITO SVENTANO IL COLPO DI STATO CERCANDO LA DEMOCRAZIA candidarsi alle presidenziali. (cfr. Mc gen-feb 2015). «La polizia è arrivata e ci ha aggrediti con i gas lacrimogeni. Siamo dovuti partire. Ma molto presto, il mattino dopo, siamo tornati. C’era una folla enorme: fare un minuto di ritardo significava restare indietro di un chilometro. C’era di tutto: bam- bini, adolescenti, giovani e vecchi. Penso sia intervenuta la mano di Dio, perché i militari che erano appostati intorno al palazzo non hanno sparato sulla folla». Quel giorno, la pacifica gente di Ouagadougou prese d’assalto la sede dell’Assemblea nazionale, il parlamento, mettendola a ferro e fuoco, per impedire ai deputati di © AFP / Sia Kambou I burkinabè hanno eletto un nuovo presidente dopo 27 anni di potere di Blaise Compaoré. Ma è stato necessario fare un’insurrezione e sventare un colpo di stato. Riuscirà il nuovo regime, figlio del vecchio, a portare il cambiamento chiesto dalla popolazione?

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