Missioni Consolata - Dicembre 2015
rocchie, movimenti cattolici e dio- cesi di Spagna, Messico, Stati Uni- ti, Argentina, Perù, Colombia. Mi- gliaia di fedeli sono coinvolti in questa iniziativa, mobilitando an- che i media cattolici e i social network. (Fides) INDIA LEGGE ANTI-CONVERSIONE D opo la notizia della conversio- ne al cristianesimo di 300 tri- bali nel distretto di Gumla, in India centro-settentrionale, il gruppo e- stremista indù Vishwa Hindu Pari- shad ha avviato una campagna per promuovere l’adozione di una nuo- va legge anti-conversione. «Urge approvare una legge anti-conver- sione in Jharkhand, dove i missio- nari cristiani stanno silenziosa- mente portando avanti le conver- sioni dei tribali» ha detto il leader del Vhp, Pramod Mishra. Il Vhp ha reso noto che continuerà ad orga- nizzare i «Ghar Wapsi»: celebra- zioni pubbliche di «riconversio- ne», in cui i tribali ritornano alla loro fede originaria. Secondo la Chiesa cattolica questi decreti li- mitano la libertà religiosa assicu- rata dalla Costituzione e penaliz- zano la libertà di coscienza. (Fides) ETIOPIA UN SEMPLICE MISSIONARIO M ons. Antonio Mattiazzo, vesco- vo emerito di Padova, dallo scorso settembre è «un semplice missionario senza altri titoli», co- me lui stesso si è definito, nella prefettura apostolica di Robe, in E- tiopia. «Nel mio intimo, fin dall’a- dolescenza, ho avvertito la passio- ne per la missione, che non si è mai spenta nel corso degli anni» racconta. «Concluso il ministero come vescovo a Padova, sentendo- mi ancora in buona salute, ho av- vertito, nel silenzio della preghie- ra, l’ispirazione ad andare in mis- sione, scegliendo un avamposto di primissima evangelizzazione, che ho trovato nella Prefettura Aposto- lica di Robe, poverissima di perso- nale tra una popolazione molto po- vera. Come vescovo sono succes- sore degli Apostoli, e qui mi paragono e mi ispiro al ministero dei primi apostoli e di san Paolo. La considero una grazia che il Si- gnore si è degnato di concedermi. Qui sono un “semplice missiona- rio”, senza altri titoli, al servizio pastorale della comunità di Kofele e di alcune altre comunità, qualcu- na ai primi inizi. Si tratta della “plantatio ecclesiae” tra una popo- lazione in gran parte musulmana e di religione tradizionale. (Fides) AMERICA DAHALLOWEENAHOLYWINS L a Santità vince, «Holywins»: è il motto con cui molti cattolici, il primo novembre celebrano la fe- sta di Tutti i Santi. Un giorno non per mostrare morti e sangue, co- me vuole la tradizione di Hal- loween, ma per celebrare la vita e la speranza. Negli ultimi anni, in diverse parti del mondo, si è diffu- sa un’iniziativa cristiana per tra- sformare «Halloween» in «Holywins». L’iniziativa è nata a Parigi nel 2002, ad opera della Co- munità Emmanuel, quando ven- nero distribuiti 150 mila opuscoli con le vite dei santi. Da allora l’i- dea si è diffusa in tutto il mondo, soprattutto in molti paesi di lingua spagnola. Sono innumerevoli le attività promosse in scuole, par- S abato 17 ottobre, presso il centro Paolo VI di Brescia è stato consegnato il premio “Cuore Amico” edi- zione 2015. Viene comunemente chiamato «Il premio Nobel missionario» ed è un riconoscimento dato ai missionari che si sono distinti per la loro opera di solidarietà tra i più poveri del mondo. Que- st’anno, “Cuore Amico” ha premiato tre missionari: fratel Domenico Bugatti, missionario della Consolata in Congo R.D., suor Anna Tommasi delle Falmi, che opera nelle carceri del Malawi, e una coppia, Peppo e Adriana Piovanelli, che lavora in Perù. Fratel Domenico, classe 1947, lavora in Congo R.D. dal 1984, costruendo scuole, ospedali, cappelle, pozzi. Nel 1999 è stato destinato alla comunità di Isiro, dove ha cominciato a occuparsi dei ragazzi in difficoltà. Qui ha aperto un centro nutrizionale per i bambini con gravi carenze ali- mentari, avviando per ciascuno un percorso di ri-alimentazione. Con la collaborazione di Ivo, laico Imc, si costruiscono anche car- rozzine per portatori di handicap. Durante la premiazione si è parlato anche delle sue visite settimanali alle carceri e all’ospe- dale, del suo aiuto ai poveri e ai giovani studenti. Premiare fratel Domenico, un uomo umile, poco abituato alle luci della ribalta, che ama «fare bene il bene e senza rumore» secondo lo stile del beato Allamano, è stato un riconoscimento per il lavoro di tutti i missionari della Consolata che si dedicano ai più poveri. «Di fronte alla fame bisogna agire in fretta», dice fratel Domenico, «prima che sia troppo tardi». (Imc) REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO: CUORE AMICO DICEMBRE 2015 MC 9 La Chiesa nel mondo # Congo R.D. - fratel Domenico Bugatti nel centro nutrizionale di Isiro.
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