Missioni Consolata - Dicembre 2015

DICEMBRE 2015 MC 53 Ma Natalia e Aleksandr no. Loro hanno perso qualcosa di più della casa, hanno perso tutta la loro vita precedente. Natalia e Aleksandr sono nati a Donetsk, ma non hanno mai soste- nuto l’idea separatista. Per loro Donetsk e tutto il Donbass sono e dovrebbero rimanere ucraini. Non ne hanno mai fatto segreto, anche quando sono spuntati i separatisti. Così un giorno d’estate Natalia non ha visto tornare Aleksandr a casa. Ha aspettato fino a sera, ma quando è scattato il coprifuoco ha capito che non sarebbe tornato per la notte. Così il mattino dopo è andata al quartier generale dei se- paratisti a chiedere di lui. Le hanno detto che era stato arre- stato e condannato ai lavori for- zati. A scavare trincee sul fronte. «Avevo paura ogni giorno che po- tessero ucciderlo. O i suoi carce- rieri, o un colpo di mortaio dall’al- L’ Ucraina è un’ex repubblica sovietica indipendente dal 1991. Confina con Romania, Moldavia, Unghe- ria, Slovacchia, Polonia, Bielorussia e Russia. Si affaccia sul Mar Nero. È una repubblica presidenziale. Il presidente è eletto ogni cinque anni, con il limite di due mandati. Il parla- mento, la Verhovna Rada, è monocamerale. Petro Po- rošenko è l’attuale presidente dell’Ucraina. La capitale è Kiev, città più grande del paese con 2,8 mi- lioni di abitanti, e fulcro della vita politica, culturale ed economica di tutta l’Ucraina. La seconda città, con quasi un milione di abitanti, è Odessa, importante porto sul Mar Nero, seguita a brevissima distanza da Donetsk, se- condo le stime precedenti la guerra. Gli abitanti dell’Ucraina, grande due volte l’Italia, sono circa 45 milioni. Secondo i dati dell’ultimo censimento disponibile del 2001, gli etnici ucraini sono la maggio- ranza della popolazione, con il 77% del totale. Su base re- gionale (escludendo la Crimea, de facto Russia e unica regione a maggioranza russa), la componente etnica ucraina spazia dal 97% delle regioni occidentali al 56% del Donbass. Il 17% della popolazione si dichiara di etnia russa. Il discorso cambia se si osserva la lingua. I madre- lingua russi sono la maggioranza nelle regioni del Don- bass, con punte del 75%, e rappresentano una cospicua fetta della popolazione in tutto il paese, tranne che nelle La situazione politica Ucraini e russi In Crimea lamaggioranza della popolazione è russa, in Donbass lo è circa lametà. © Roberta Bertoldi / OBC tra parte». Aleksandr è tornato a casa dopo alcuni mesi con un oc- chio blu e molti lividi. E un dente di meno. «Ma almeno è tornato vivo», dice. Quando incontro Aleksandr sulla passeggiata del lungofiume, trema a ogni stormir di fronde. Mi co- stringe a continui cambi di per- corso, vede miliziani ovunque, an- che dove non ce ne sono. Parla sottovoce, perché crede di essere pedinato e filmato. Non vuole ri- cordare la prigionia. È evidente che è stata un’esperienza che lo ha traumatizzato. Si rilassa un po’ solo quando siamo tra quattro in- sospettabili mura. «Cosa stanno facendo di Donetsk?», dice senza smettere di guardarsi intorno. «Questi al comando sono solo una banda di ladri. La città era ricca, tutta la regione era ricca. Qui i soldi non ci mancavano. A Zakharčenko (il «presidente» della Dnr, la repubblica di Donetsk, nda ) importa solo mettere le mani su tutta questa ricchezza. Della gente non gliene frega niente a nes- suno». Poco dopo la liberazione, Natalia e Aleksandr sono scappati da Do- netsk. E non intendono tornarci. Come loro, centinaia di migliaia di persone hanno fatto la stessa cosa. Una città di 1,5 milioni di abi- tanti, che nelle fasi più buie della guerra è arrivata a contarne la metà. Un’emorragia che ha tolto alla regione soprattutto le forze più giovani, istruite ed emanci- pate. «Qui restano solo pensionati e fanatici», dice Natalia. «I giovani, molti nostri amici che lavoravano nella comunicazione, nelle nuove tecnologie, che parlano inglese si stanno facendo una nuova vita a Kiev e nel resto dell’Ucraina. Non hanno alcuna intenzione di tor- nare». regioni occidentali, dove rappresentano un’esigua mino- ranza. Una corposa comunità tatara, di lingua turca, vive in Crimea dove rappresenta il 10% della popola- zione, mentre una minoranza magiarofona del 12% po- pola la Transcarpazia, al confine con l’Ungheria. Nonostante l’indipendenza dall’Urss ottenuta quasi 25 anni fa, i forti legami con Mosca non si sono mai allen- tati. La politica perseguita dai predecessori di Po- rošenko (tranne la breve parentesi di Juš č enko a seguito della Rivoluzione arancione del 2005) è stata sempre tesa a una stretta integrazione con la Russia, tanto per ragioni storico-culturali quanto per una politica di de- ciso allineamento a est. Il nuovo governo in carica ha invertito la rotta. Il 27 giu- gno 2014, Porošenko ha firmato l’Accordo di associazione con la Ue da cui tutto ha avuto inizio. Danilo Elia • Guerre | Diritti umani | Minoranze | Ortodossi • MC ARTICOLI

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