Missioni Consolata - Dicembre 2015

DOSSIER MC 50° AD GENTES compito di tracciare nuove vie, studiare nuovi mezzi, stimolare una nuova attiva tensione per diffondere più largamente e più fruttuosamente il Vangelo». Intervenne il card. Agagianian (della Chiesa cattolica armena) con un vibrante discorso a favore delle missioni, concluso dicendo che, in generale, il testo piaceva, anche se avrebbe do- vuto essere arricchito. Era un invito esplicito ad approvare le misere tredici proposizioni per non prolungare oltre la discussione, congedare così le missioni e passare a un altro argomento. Iniziarono così gli interventi programmati. Il card. Léger si rammaricò per le molte lacune e ca- renze presenti nel testo che definì semplicemente «povero». Seguirono i cardinali Rugambwa e Bea, i quali aiutarono l’assemblea a riflettere profonda- mente sul grande disegno di Dio, aprendo grandi orizzonti. Il tempo stringeva e la discussione fu rinviata al giorno seguente. Il 7 novembre proseguirono gli interventi sul tema «missioni». I card. Frings, Alfrink (Olanda) e Sue- nens ricordarono («tirano colpi di cannone», scrisse poi mons. Cuniberti) che, in tutto, la Chiesa d’Olanda contava cinquemila missionari e 70 ve- scovi in terra di missione. Un vescovo indonesiano, mons. Kaiser, affermò esplicitamente che si do- veva rifare un altro schema partendo da zero. Un vescovo rodesiano, mons. Lamont, con uno stile e un tono speciale, iniziò affermando che i missio- nari aspettavano qualcosa di molto più sostanzioso dal Concilio. Quelle povere tredici proposizioni erano come «ossa arida et sicca». Gesù afferma: «Ignem veni mittere», cioè fuoco! (sono venuto a portare il fuoco, Lc 12,49, ndr ). «E qui, invece di una stupenda splendida luce pentecostale, si finisce per avere solo un lumicino fumigante». Altri vescovi si susseguirono per richiedere decisa- mente una «magna carta», una costituzione o un decreto molto solenne. Si sollevò pure la voce di un padre conciliare dal Brasile che si scagliò contro gli esperti dalle opinioni divergenti, concludendo che «per metterli d’accordo c’è una bella soluzione: mandarli tutti a lavorare nelle missioni». Esaurito in aula il tempo utile di lavoro, rimase so- speso e aperto il dibattito sul tema delle missioni per essere ripreso successivamente. Vittoria Il 9 novembre, con un centinaio di relatori ancora in attesa di intervenire, la stessa commissione ad hoc prese l’iniziativa di ritirare lo schema senza la votazione. Ci fu un frenetico applauso. Ma mons. Felici, segretario generale, si appellò ai regola- menti e la presidenza ordinò che si procedesse alla votazione. Risultato della votazione: 1.601 voti contrari e solo 311 a favore. Lo schema venne rimandato alla quarta sessione! Vittoria! Si era raggiunto l’obiet- tivo prefisso nella riunione del 27 ottobre. Al lavoro per preparare un documento degno delle missioni. Gaetano Mazzoleni Missionario della Consolata, antropologo, ha lavorato in Colombia, dove è stato fondatore e direttore del Centro Indigenista di Florencia-Caquetá. Testo adattato dalle «Memorie di mons. Angelo Cuniberti» (http://www.consolata.org/new/index.php/92-missione/i-no- stri-dicono/15053-memorie-di-mons-angelo-cuniberti-3). DICEMBRE 2015 MC 41 A sinistra : la terza sessione del Concilio è conclusa. Nell’aula vuota, un ritardatario. Sopra : vescovi missionari della Consolata al concilio. Da sinistra : i vescovi Cavallera (Nyeri), Beltramino (Iringa), Nepote Fus (Roraima); padre Fiorina, superiore generale; i vescovi Re (emerito), Bessone (Meru) e Cu- niberti (Florencia). © Giordani 1962

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