Missioni Consolata - Dicembre 2015
40 MC DICEMBRE 2015 mons. Anibal Muñoz Duque, presidente della Con- ferenza episcopale colombiana, ricevette l’invito dal p. Roger Etchegaray (il futuro cardinale, pre- sente al Concilio come esperto per la Conferenza episcopale francese) a un incontro «apud Semina- rium gallicum», cioè presso il Pontificio Semina- rio francese in via Santa Chiara a Roma. Invitati erano i delegati delle Conferenze episcopali più in- teressate a discutere l’insoddisfacente schema di documento sull’attività missionaria della Chiesa. Mons. Duque, in aula, trasmise l’invito a mons. Cuniberti scrivendo di propria mano: «Designato: mons. Angelo Cuniberti, vicario apostolico di Flo- rencia». Mons. Angelo si preparò con impegno per quel- l’incontro. Fin dall’inizio aveva lavorato perché il Concilio presentasse e lanciasse grandi idee sulla natura della Chiesa che «è essenzialmente missio- naria» (Ad Gen. 35). Prese così i contatti prelimi- nari con gli altri delegati di ben 22 Conferenze epi- scopali dei cinque continenti. All’inizio della riunione tutti si presentarono. Erano presenti solo tre italiani. In primo luogo si trattò la storia e le vicissitudini dello schema sulle missioni che, dopo molteplici redazioni (aveva già raggiunto la 6 a redazione), era ridotto a sole tre- dici proposizioni. Così come presentava, il testo era proprio ai minimi termini, anemico, come se le «missioni» fossero un’appendice folcloristico della Chiesa, mentre invece la dimensione missionaria avrebbe dovuto essere l’aspetto più importante, se fosse stato ritenuto vero ciò che aveva già scritto il Concilio Vaticano I: «la Chiesa presenta nella sua evangelizzazione il motivo della sua cre- dibilità». Si analizzarono allora le ragioni di tale riduzione ai minimi termini e si cercò di capire l’ansia mani- festata da vari vescovi di terminare finalmente il Concilio, già arrivato al terzo anno di lavori. Dato che era già stata annunciata una quarta sessione per l’anno successivo, 1965, tutti i presenti si im- pegnarono a ottenere in quei giorni l’apertura di un dibattito in aula sullo schema affinché fosse bocciato con un bel «non placet» dalla maggior parte dei Padri conciliari. Si propose quindi di far posticipare l’approvazione dello schema alla ses- sione successiva per avere così il tempo, con la collaborazione di tutti, di prepararne uno comple- tamente nuovo. Dopo essersi assicurati interventi vigorosi di per- sonaggi di grosso calibro quali il cardinal Bea (del Segretariato per la promozione dell’Unità dei cri- stiani) e alcuni cardinali presidenti di conferenze episcopali: Frings (Germania), Suenens (Belgio), Rugambwa (Tanganika) e Léger (Canada), tutti si impegnarono in una campagna «capillare» per ri- chiedere che quel miserabile schema non fosse approvato. Si discussero alcuni punti e linee essenziali. Il nuovo schema non sarebbe risultato esaustivo, ma avrebbe dovuto contenere i principi essenziali, sostenuti dall’autorità del Concilio come tale. Suc- cessivamente sarebbero intervenute le commis- sioni post-conciliari per stabilirne l’applicazione. I giorni seguenti alla riunione del 27 ottobre ci fu una straordinaria attività per contattare quanti più vescovi fosse stato possibile allo scopo di con- vincerli a votare «non placet». Il 30 ottobre mons. Cuniberti e il p. Roger Etchegaray si incontrarono per fare una prima valutazione del potenziale di voti assicurati. Ostruzionismo La 116 a Congregazione plenaria del 6 novembre 1964 fu caratterizzata dalla presenza di papa Paolo VI e da una celebrazione eucaristica in li- turgia etiopica accompagnata da canti ritmati da tamburi. Coordinò i lavori, come presidente di turno, il card. Julius August Doephner, «annuente Pontefice», consenziente il papa, come sentì il bi- sogno di far notare mons. Felici, segretario gene- rale del Concilio. Nella sua allocuzione papa Paolo VI sottolineò che «abbiamo scelto per la Nostra presenza questo giorno, nel quale la vostra discus- sione verte sullo Schema delle Missioni. A prefe- rirlo Ci ha persuasi la particolare gravità e impor- tanza dell’argomento al quale ora applicherete le vostre menti e i vostri animi». E aggiunse: «A que- sto sacro Concilio incombe tra l’altro l’insigne © Keystone 1963
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