Missioni Consolata - Dicembre 2015
privazione della libertà nelle sue varie forme. Il rapporto include inoltre raccomandazioni per av- viare un processo di giustizia e ri- conciliazione, e accoglie positiva- mente i segni di apertura del pre- sidente Sirisena e del nuovo go- verno. Segnali positivi, come la ri- mozione dei posti di blocco dell’e- sercito ancora presenti nella pro- vincia del Nord e la restituzione di terre confiscate ai Tamil, fanno ben sperare. Gli aquiloni La sera, quando inizia a fare meno caldo, la gente di Colombo va a passeggiare sul lungomare negli ampi prati della zona di Galle Face Green. Famiglie, coppiette, gio- vani si abbandonano alla tranquil- lità accompagnati dalle luci del tramonto. Ci sono bancarelle che vendono bibite, roti - una sfoglia- tella locale a base di farina di riso - , pesce fritto e altri snack. Il cielo progressivamente si anima di aquiloni, dalle forme e tinte più svariate. Ragazzini e adulti gio- cano con il vento, spingendo i loro aquiloni sempre più in alto. I fili bianchi s’incrociano, a volte si rompono e i bambini corrono a recuperare il prezioso oggetto che plana a terra. Si respira un’aria di festa, anche se è un giorno qualsiasi. Sarati passeggia con la sua fami- glia. Domani ha il volo di rientro per l’Italia. Non è venuto per le elezioni, gli interessa poco la poli- tica. Ogni estate trascorre il suo mese di ferie a casa, ed è questa l’unica occasione che ha per stare con sua moglie e le figlie. È emi- grato in Italia undici anni fa, e da allora ha sempre lavorato come domestico per la stessa famiglia di Catania. «Sono gentili con me, ho un contratto in regola. Quando sono arrivato in Italia lo stipendio era molto buono in relazione a quello che potevo guadagnare in Sri Lanka; allora nel mio paese c’era la guerra. Ora è diverso, di- cono che si può trovare un buon lavoro anche a Colombo o nelle zone turistiche. Forse un giorno tornerò». Circa un milione di per- sone sono emigrate dallo Sri Lanka, la maggior parte lavora in Medio Oriente, dove spesso il loro visto è legato al datore di lavoro attraverso il sistema del kafala (usato per controllare i lavoratori migranti che devono avere uno sponsor in loco). Sono intorno ai 60.000 i cittadini dello Sri Lanka che vivono in Italia (dati Istat 2014). Ma quando si fa volare un aquilone con i propri figli, con l’o- rizzonte che si tinge di rosso, si riesce a pensare solo al loro fu- turo. E gli sviluppi del 2015 conce- dono di pensare con ottimismo. Ermina Martini
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