Missioni Consolata - Novembre 2015

no di chiudere le frontiere ed e- spellere un migliaio di colombiani, militarizzando la regione. Nel Messaggio i Vescovi dei due paesi sollecitano i Presidenti di entram- be le nazioni ad incontrarsi per un dialogo che consenta di assumere impegni concreti e a lungo termi- ne. E poi ribadiscono il loro impe- gno per la pace nelle rispettive nazioni, ricordando che i due po- poli si sono sempre distinti per la fraternità, la solidarietà e l’unità. (Fides) LIBANO LIBERTA’ RELIGIOSA «N on si può costringere alla conversione né perseguire chi ha una fede diversa dalla pro- pria. L’islam vieta di condurre una guerra contro chi è diverso, scac- ciarlo dalle proprie terre e limitar- ne la libertà in nome della religio- ne». Beirut si fa portavoce dell’i- slam liberale che vuole la convivenza con i cristiani, di cui è ricca la tradizione del Libano. Que- ste sono alcune delle importanti affermazioni contenute nella «Di- chiarazione di Beirut sulla libertà religiosa», pubblicata dall’associa- zione filantropica islamica Mokas- sed di Beirut, impegnata «a co- struire una società dove le persone possono vivere insieme in libertà, in una società civile e di progresso che può affrontare i pericoli che minacciano la nazione, i suoi citta- dini, i valori morali e religiosi». Il messaggio è stato preparato il 20 giugno scorso e pubblicato pochi giorni fa. La dichiarazione è volta a mettere nero su bianco la posizio- ne dei musulmani del Libano nei confronti della violenza compiuta in nome della loro religione. In es- sa viene chiarito quali siano gli in- segnamenti fondamentali dell’i- slam e quando, invece, esso viene “preso in ostaggio” per giustificare logiche di potere. (AsiaNews) to anche un segnale commovente, che ci interpella tutti. Hanno volu- to dire: siamo ancora qui, anche se nessuno ci protegge, perché abbiamo fiducia che a proteggerci ci pensi il Signore Gesù, con Maria sua Madre». (Fides) COLOMBIA / VENEZUELA DIALOGO URGENTE «S iamo consapevoli dei gravi problemi esistenti nella zo- na di confine condivisa dai due paesi: reti della criminalità orga- nizzata, traffico di persone, gruppi illegali, traffico di droga, contrab- bando, corruzione pubblica e pri- vata. Però nessuna di queste gravi difficoltà si risolve con la forza». L’hanno scritto in un «Messaggio fraterno» il Presidente del Celam, card. Ruben Salazar Gomes, arci- vescovo di Bogotà; il Presidente della Conferenza Episcopale del Venezuela, mons. Diego Padron Sanchez ed il Presidente della Conferenza Episcopale della Co- lombia, mons. Luis Augusto Ca- stro Quiroga. Gli episcopati dei due paesi sono impegnati a risol- vere la grave situazione creatasi nella zona di confine, dopo la de- cisione del Presidente venezuela- IRAQ FESTA DELLA SANTA CROCE A d Alquosh, città della Piana di Ninive, ancora in gran parte sottomessa al controllo dei jihadi- sti del sedicente Califfato Islami- co, la sera di domenica 13 settem- bre, circa mille cristiani hanno compiuto una processione tra campi e colline aride per raggiun- gere il Santuario caldeo di Nostra Signora di Alquosh fuori città e ce- lebrare la solennità della Santa Croce. Al calar della sera, mentre era in corso il pellegrinaggio, la città appariva punteggiata da mol- te croci luminose accese sui tetti e sulle facciate delle case. Anche la grande croce posta sul fianco del- la montagna è stata illuminata per tutta la notte, ben visibile anche da molto distante, mentre nel buio sopraggiunto venivano fatti brilla- re anche i fuochi d’artificio. Nella città di Alquosh hanno trovato ri- fugio centinaia di famiglie cristia- ne fuggite dagli altri villaggi della piana di Ninive caduti sotto il do- minio del Califfato Islamico. «Con questa processione, e con i segni esteriori ben visibili che l’hanno accompagnata» sottolinea il sa- cerdote iracheno Nizar Seeman, «i cristiani di Alquosh hanno manda- La Chiesa nel mondo a cura di Sergio Frassetto # Iraq, Alquosh - Santuario caldeo di Nostra Signora di Alquosh. 8 MC NOVEMBRE 2015

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