Missioni Consolata - Novembre 2015

64 MC NOVEMBRE 2015 di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 9. MONS. VINCENT PRENNUSHI Una delle persecuzioni contemporanee più fe- roci contro le confessioni religiose di ogni tipo fu perpetrata, a pochi chilometri dalle coste ita- liane, in Albania. Con la presa del potere da parte del regime di Enver Hoxha nel 1944, mu- sulmani, ebrei, cristiani ortodossi e cattolici, fu- rono presi di mira affinché sparisse ogni traccia di sentimento religioso nel popolo albanese. Hoxha voleva fare dell’Albania «il primo stato ateo del mondo». Con il consolidamento del po- tere in tutti i gangli della società del popolo alba- nese, l’accanimento contro le comunità e le per- sone che vivevano una loro fede divenne duris- simo, e in modo particolare i cattolici furono considerati gli avversari più pericolosi del re- gime. Sull’Albania calò così una cappa pesante che bloccò ogni relazione con il mondo esterno. La piccola nazione illirica divenne praticamente un lager a cielo aperto, nonostante avesse svi- luppato nei secoli un profondo senso di identità grazie a Giorgio Castriota Scanderberg, una delle figure europee più rappresentative del XV secolo, precursore dell’indipendenza albanese, che difese l’Albania, nonché l’Europa e i suoi va- lori religiosi cristiani, dall’invasione ottomana. Per tale motivo ottenne da Papa Callisto III gli appellativi di Atleta di Cristo e Difensore della Fede ed è considerato l’eroe nazionale. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale mi- gliaia di credenti di ogni confessione furono im- prigionati, torturati e moltissimi di loro uccisi. La Chiesa cattolica pagò un prezzo altissimo alla follia di un regime ateo e sanguinario che vedeva in ogni pratica religiosa e in ogni persona di fede un nemico dello stato. Con questa intervista ideale a mons. Nikolle Vinçenc ( Vincent) Prennu- shi, arcivescovo di Durazzo, nato a Scutari nel 1885, vittima della persecuzione del regime co- munista nel marzo del 1949, alziamo il velo su una storia di sofferenza e martirio consumata negli scorsi decenni alle porte di casa nostra. Caro mons. Prennushi, pur essendo noi italiani così vicini geograficamente alla sua terra, conosciamo ben poco della vostra storia, ci vuole dire qualcosa dell’Albania? L’Albania è una piccola nazione che si affaccia sul mare Adriatico situata a ridosso dei Balcani. Il suo popolo non va confuso con quelli circostanti: serbi, montenegrini, macedoni, ecc., né tanto meno con i greci. Siamo i di- scendenti degli antichi illirici, per meglio dire degli abi- tanti di quella zona che sotto l’impero Romano era deno- minata Illiricum . La nostra bandiera rossa con un’aquila a due teste sta a significare che dobbiamo difendere i no- stri confini sia da una parte che dall’altra.

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