Missioni Consolata - Novembre 2015

EL SALVADOR 50 MC NOVEMBRE 2015 El Salvador, un paese in mano alle pandillas Travolti dalla violenza O ttantamila circa sono state le vittime della guerra civile in El Salvador, dal 1980 al 1992, anno degli accordi di pace, in un paese che aveva solo quattro milioni di abitanti. Nel parco Cu- scatlán a San Salvador è stato innalzato un Monu- mento a la Memoria y la Verdad : si tratta di un muro lungo oltre 25 metri con incisi, divisi per anno, i nomi di migliaia di vittime della repressione. Tutti i giorni vi sono persone che mettono fiori sotto i nomi di fami- liari e amici. Davanti a questo monumento domenica 16 agosto si è svolto un festival musicale e teatrale nel ricordo di mons. Romero, di cui ricorreva il 98° com- pleanno: gruppi di giovani di varie parrocchie del paese e di comunità di base hanno messo in scena la vita di Oscar Romero e ne hanno riproposto, in varie forme, il messaggio. Un segnale di vita e di apertura al futuro in un luogo che ricorda la tragedia vissuta dal popolo salvadoregno. Un segnale che si scontra però con una realtà ancora oggi fortemente caratterizzata dalla violenza. A chi arriva per la prima volta in Salvador, pas- sando in macchina per le strade della capitale, in un traffico incredibile e disordinato, la prima cosa che balza all’occhio sono le persone armate pre- senti dappertutto: davanti a qualsiasi negozio mini- mamente decente, a qualsiasi locale, alle scuole, alle pompe di benzina, alle pizzerie, alle farmacie; davanti all’Arcivescovado come davanti anche agli ingressi di diverse parrocchie. Ovunque ci sono uomini armati, vigilantes privati con il fucile ben visibile. E nelle zone bene della città, dove ci sono le ambasciate e i grandi alberghi, ancora vigilantes ma con la camicia bianca e, al posto di un ingombrante fucile, moderne pistole. E poi cancellate dappertutto, filo spinato sopra muri delle abitazioni e delle scuole. Le colonie (come ven- gono chiamati i quartieri) sono cerradas , chiuse, nei diversi ingressi da un cancellata in ferro alta almeno tre metri e larga come tutta la strada, con persone ar- mate all’ingresso. Entrano soltanto i residenti, men- tre gli altri devono lasciare un documento e dichia- rare chi vanno a trovare o perché intendono entrare. El Salvador è un paese attanagliato dalla violenza. Nei mesi scorsi vi è stata una media di 25 morti am- mazzati al giorno. Domenica 16 agosto si è raggiunto il record con 40 persone assassinate, e nei giorni suc- cessivi si è andati oltre: si è arrivati, martedì 18 ago- sto, a 43 vittime. Nel mese di agosto vi sono stati 900 morti ammazzati. Un record, scrivono i giornali sal- vadoregni. Nel mese precedente erano stato 677. E questo in un paese con meno di sette milioni di abi- tanti. La criminalità organizzata, le pandillas (o ma- ras ), controllano vaste zone di El Salvador e interi quartieri della capitale, dove è vivamente consigliato non recarsi. Come pure viene consigliato di non pren- dere i vecchi bus da trasporto, poiché si rischiano delle rapine, e anche per i taxi è bene farsi consigliare poiché non pochi sono abusivi e in mano alla crimina- lità. Anselmo Palini © Yuri Cortez / AFP # Sotto : un bimbo osserva l’arresto di un sospetto pandillero nelle strade di Tutunichapa, a San Salvador. Pagina seguente : la copertina dei libro su Marianella scritto da Anselmo Palini, autore di questo articolo.

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