Missioni Consolata - Novembre 2015

34 MC NOVEMBRE 2015 Sopra : la costruzione di una baracca al gran Ghetto. | Qui : in un momento di relax, i ragazzi che abitano al Ghetto gio- cano a calcio. | A destra : istantanea del concerto per il Funky Tomato. del lavoratore, e anche quanti saranno i camion che in quella giornata arriveranno sul campo, per caricare 88 cassoni alla volta e trasportarli fino alle industrie che li lavorano per produrre la pas- sata e i pelati. «Se si lavora veloce e su terreno asciutto - spiega Yacouba - si possono riempire due cassoni in mez- z’ora». Ma se il terreno è troppo asciutto, come nella secca estate 2015, per i braccianti spunta la concorrenza delle macchine raccoglitrici, che so- stituiscono gran parte della manodopera. Molti abitanti del Gran Ghetto non riescono a tro- vare da lavorare tutti i giorni. Lavoro al Ghetto Chi ha idee e altre capacità inventa qualcosa da fare nella vasta, sebbene povera, economia infor- male del ghetto: Soulimane taglia i capelli con un rasoio elettrico, su una sedia davanti alla sua ba- racca. «Mi piacerebbe aprire un vero salone», af- ferma, e ai clienti non fa mancare l’asciugamano posato sulle spalle per non sporcarsi la maglietta. Zaka si è costruito una baracca di lamiera in cui la sera brucia grandi tronchi di legno: riscalda l’ac- qua, a pagamento, per chi vuole prendersi il lusso di una doccia tiepida. Un giovane maliano ha una vecchia macchina per cucire Necchi. Una volta la settimana arriva il venditore di stoffe e lui si dà da fare come sarto. Nelle sere di luna piena si con- suma un po’ meno la vista. Camara, guineano, non ha capitale per avviare un’attività. Quando non lavora, si arrangia cuci- nando la cena per gli altri abitanti della sua ba- racca, che in cambio lo invitano a mangiare gratis. Yaya si è infortunato sul lavoro. Gli è caduto ad- dosso un cassone vuoto, il suo piede destro è gon- fio come una palla da tennis. I medici del Polibus di Emergency, che quattro pomeriggi a settimana staziona davanti al ghetto, gli hanno prescritto iniezioni quotidiane. Per il weekend, quando il Po- libus non c’è, gliele fa con mano sicura Angela, cuoca ivoriana, durante l’inverno badante in Sici- lia. E alla fine gli sussurra all’orecchio, in francese: «Se non hai soldi, puoi mangiare a credito al mio ristorante». Lui invece qualche soldo lo trova: 10 euro dal caporale, come risarcimento per l’infor- tunio, assieme alla promessa di «un lavoro più leg- gero, alla macchina, quando sarai guarito». Altri 37, dall’albergatore campano che durante l’anno lo ospita come richiedente asilo. «È venuto a pren- derci le firme, e ci ha portato il pocket money che ci spetta per quindici giorni», spiega Yaya: «Non solo a me, anche agli altri che abitano da lui e che sono qui al ghetto per la stagione». Per ogni due euro e cinquanta di «pocket money», la cifra gior- naliera spettante a un richiedente asilo, l’alberga- tore ne riceve almeno trenta dallo stato. Stando al racconto di Yaya, anziché dichiarare che i suoi «ospiti» in questo periodo si sono allontanati e non gli costano nulla, l’albergatore preferisce farsi un giro in Puglia ogni due settimane a raccogliere le firme. E così eccolo Yaya, sorridente nel cappello nuovo, altro regalo dell’albergatore. Le iniezioni hanno fatto effetto e quasi non ascolta il suo amico Ama- dou, ivoriano, che tenta di convincerlo che dieci euro sono un risarcimento irrisorio. Quasi impos- sibile avere il coraggio di denunciare quando si la- vora a giornata, senza contratto. I pochi contratti esistenti sono falsi, non corrispondono alle gior- nate effettivamente lavorate. La «voce» del Ghetto «Il contratto agricolo provinciale prevede un pa- gamento di 7 euro e 92 l’ora, e un massimo di 6 ore e mezza di lavoro al giorno», spiega Yvan Sagnet, sindacalista della Flai Cgil, al microfono di Radio Ghetto. La radio è una baracca come le altre, si di- stingue per l’antenna che svetta in uno dei quat- tro angoli, legata a un palo di legno con pezzi di vecchie camere d’aria. È aperta dalla tarda mattina fino a sera, e davanti © Giulia Bondi © Af Radio Ghetto

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