Missioni Consolata - Novembre 2015

MC ARTICOLI NOVEMBRE 2015 MC 19 vorare con molta discrezione, eli- minando il comprensibile orgo- glio di chi sa di più. Deve scompa- rire ciò che è proprio dell’italiano, dello spagnolo, del francese e dell’americano, per diventare solo membri del popolo che si serve… Noi missionari dobbiamo imparare a controllarci, a non fare confronti, a mostrare anche nelle critiche un grande amore per il popolo». Segnato dalla vocazione missio- naria, don Sandro chiede da su- bito di lasciare spazio a questo spirito universale negli anni degli studi teologici, quando nel 1952 viene accolto nel seminario del «Paradiso», la comunità sacerdo- tale missionaria nata nel 1949 dal cuore immenso di don Fortunato Benzoni e dalla sapiente profezia del vescovo Adriano Bernareggi, presenza qualificante nella Chiesa di Bergamo. Preti «votati» alla missione a 360°, a servizio delle diocesi più povere di sacerdoti, presenti nei luoghi di migrazione, promotori della nuova evangeliz- zazione. L’ordinazione, che avviene il 12 giugno del 1954 per don Sandro e per altri 26 giovani, tra i quali altri quattro, oltre a lui, della Comu- nità Missionaria del Paradiso, si- gilla tutto questo anche grazie alle parole generose che il ve- scovo Giuseppe Piazzi consegna loro: «Il sacerdozio è il compi- mento dell’opera redentrice del Cristo, la quale si è operata sulla Croce… Il sacerdote che vuole fare del bene… che vuole conver- tire a Cristo… deve voler mettersi vicino alla Croce di Gesù, anzi sa- lirvi sopra col suo sacrificio e con la sua sofferenza». «È un martire», dice il vescovo Giulio Oggioni la mattina del 26 agosto 1991, giorno solenne per la Chiesa di Bergamo per il ri- cordo liturgico del suo patrono S. Alessandro, all’inizio della cele- brazione di quel giorno, aggiun- gendo poi, il 1° settembre, nel momento in cui la salma di don Sandro viene adagiata davanti al- l’altare della cattedrale: «Don Sandro, sei tornato nella catte- drale dove hai ricevuto il mini- stero pastorale. Sei tornato quasi per dirci che come la chiesa catte- drale è la matrice di tutte le chiese diocesane, così essa è la matrice di tutto il nostro mini- stero in qualsiasi luogo lo si eser- citi. Sei partito da qui, hai eserci- tato il tuo ministero in Italia e in Svizzera e ultimamente a Santa, in Perù, sempre però come pres- bitero della tua diocesi. Ho detto spesso che i presbiteri diocesani devono vedere nei loro missio- nari l’espressione più eccellente della loro missionarietà e tu, ora, sei tornato per dircelo non a pa- role, ma coi fatti. I due colpi mor- tali che ti hanno colpito al cuore e alla testa sono la testimonianza di amore e di fede, sono un insegna- mento che difficilmente si cancel- lerà nel nostro cuore e nel nostro intelletto. Per questo sarai per noi una immagine e un modello di come si è ministri e servitori dei fratelli». Oggi la Chiesa ci riconsegna don Sandro Beato: un uomo, un prete, un missionario, un martire, un impasto di testimonianza di fede, un invito. Sì, proprio l’invito rivolto a ciascuno di essere disce- poli missionari, perché il seme dei martiri è fecondità di vita nuova, è la gioia del Vangelo, appunto un Vangelo di gioia. don Giambattista Boffi direttore del Cmd di Bergamo P rima di don Sandro, Sendero Luminoso aveva ucciso, il 9 agosto 1991, i padri France- scani conventuali polacchi Michał Tomaszek e Zbigniew Strzałkowski , che saranno beatificati insieme a lui. Dopo la loro uccisione don Dordi così scrisse a un amico sacerdote: «In questi giorni siamo particolarmente angosciati e preoccupati. Sicura- mente hai saputo come il 9 di agosto Sendero Luminoso ha ammazzato due sacerdoti della Diocesi di Chim- bote. Sono due francescani polacchi che lavoravano in una vallata come la mia: avevano 32 e 34 anni. Puoi immaginare la situazione di ansia in cui viviamo; ci sono inoltre delle mi- nacce chiare di prossime uccisioni. Sendero Luminoso, che con il terrore vuole arrivare al potere, ha preso di mira la Chiesa… La situazione del Perù è angosciosa. Ogni giorno ci chiediamo: a chi toccherà oggi?». Adattato da www.santiebeati.it

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