Missioni Consolata - Novembre 2015

EtIopIA di MARCO BELLO 10 MC NOVEMBRE 2015 A rba Minch. Sono le quat- tro e trenta del mattino. Improvvisamente una voce irrompe nel silenzio totale. È un suono amplificato, un uomo canta una nenia, forse una preghiera. Difficile stabilire se si tratta di una lingua o di un sem- plice suono vocale. È ancora buio quando il sacerdote ortodosso della chiesa St. Gabriel porta il microfono alla bocca e inizia la sua cantilena. Non smet- terà, se non per piccole pause, fino alle tre del pomeriggio. Sono preghiere nell’antica lingua geez, che per l’amharico, lingua nazio- nale, corrisponde a quello che è il vIAggIo nELL’EtIopIA In rApIdo cAMbIAMEnto BOOM ECONOMICO, DIRITTI IN CRISI latino per l’italiano. È la festa di Yefilseta Tsom (il digiuno di Ma- ria), dedicata alla Madonna. Dura sedici giorni ad agosto, durante i quali i fedeli sono chiamati a pre- gare al mattino presto e a digiu- nare fino al pomeriggio. Siamo ad Arba Minch, a 450 km a Sud di Addis Abeba. Città di circa 110.000 abitanti e un elevato tasso di crescita di 4,5% annuo, che, a prima vista, sembra non avere nulla di speciale. Si divide in città bassa Sikela e città alta She- cha. Qui i quartieri si inerpicano sulla montagna. All’improvviso però la salita finisce e ci si ritrova su una rara balconata naturale Il secondo paese d’Africa per abitanti vive una crescita eco- nomica tra le più alte al mondo. Ma il livello di vita nelle campagne resta molto basso. Le elezioni di maggio hanno confermato il partito al potere. E sui diritti la strada da per- correre resta lunga. © Domenico Brusa

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