Missioni Consolata - Ottobre 2015

OTTOBRE 2015 MC 79 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 8. ANTÔNIO CONSELHEIRO DI CANUDOS Nella diocesi di Paulo Afonso, nello stato della Bahia in Brasile, sorge la cittadina di Canudos; il nome di una località che agli italiani dice ben poco, ma che in Brasile ha invece un significato molto profondo in quanto città di Antonio Con- selheiro (1830-1897), il carismatico fondatore di una originale comunità di vita imperniata sulla condivisione dei beni, sull’uguaglianza dei mem- bri e sulla fratellanza reciproca che andava oltre le condizioni sociali ed economiche e il colore della pelle di ciascuno. La comunità si organizzò stabilmente nel 1893 fondando il villaggio di Canudos in quella che era una fazenda vicino alla cittadina di Monte Santo. Fu il tentativo di costruire un’alternativa possi- bile a una concezione di stato che, sostenuto dai grandi latifondisti, si basava sulla supina sotto- missione dei neri, degli indios, dei meticci e dei braccianti senza terra. La comunità di Canudos, fin dal suo inizio, fu considerata dalle autorità politiche e militari dell’appena nata Repubblica brasiliana come un «bubbone» da estirpare a qualunque costo per evitare che le idee egualita- rie che essa propugnava si propagassero a mac- chia d’olio. Canudos venne abbattuta a cannonate dall’eser- cito nell’ottobre 1896. I suoi abitanti furono tutti sterminati, comprese le donne e i bambini. Una comunità profetica che ricercava l’ideale evan- gelico di vita non «poteva» sussistere nel territo- rio dei latifondisti. La sua radicalità era uno scandalo troppo evidente, perciò «doveva» es- sere distrutta. Da quell’eccidio nacque la leg- genda di Canudos, il cui spirito aleggia ancora oggi nel vento che accarezza i mandacarù (i cac- tus selvatici) nella calura quotidiana che caratte- rizza il sertão del Nordeste brasiliano. Con il suo carismatico fondatore abbiamo voluto rievocare non solo le giornate di allora ma anche gli ideali di libertà che attraversano ogni epoca. Antonio Conselheiro come ti venne l’idea di fondare Canudos? Ai miei tempi il sertão brasiliano, zona arida caratteriz- zata da periodi di forte siccità dove dovevi spaccarti la schiena per ricavare dalla terra quanto necessario per vi- vere, era un territorio in cui vagavano molti ex schiavi africani liberati, indigeni (indios) che avevano perso com- pletamente la loro identità e la loro terra a causa dell’in- contro-scontro con i latifondisti e coloni che avevano portato anche nuove malattie e un alcolismo devastante, e fuoriusciti bianchi in fuga dalla legge o dai debiti con padroni esosi e usurai. Questi disperati vivevano in con- dizioni di grande miseria senza che nessuno si curasse di loro. Ero convinto che i principi di giustizia e fraternità del Vangelo e l’esempio della comunità degli Atti degli Apostoli potessero essere le basi per costruire con loro un mondo dove tutti potessero avere uguale dignità.

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=