Missioni Consolata - Ottobre 2015
OTTOBRE 2015 amico 71 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT ricambiarti (cfr. Lc 14,13-14) [...] (EG, 48). Ciò de- v’essere chiaro specialmente alle persone che abbracciano la vita consacrata missionaria: con il voto di povertà si sceglie di seguire Cristo in que- sta sua preferenza, non ideologicamente, ma come Lui identificandosi con i poveri, vivendo come loro nella precarietà dell’esistenza quoti- diana e nella rinuncia all’esercizio di ogni potere per diventare fratelli e sorelle degli ultimi, por- tando loro la testimonianza della gioia del Van- gelo e l’espressione della carità di Dio. P er vivere la testimonianza cristiana e i segni dell’amore del Padre tra i piccoli e i poveri, i consacrati sono chiamati a promuovere nel servi- zio della missione la presenza dei fedeli laici. Già il Concilio Ecumenico Vaticano II affermava: «I laici cooperino all’opera evangelizzatrice della Chiesa, partecipando come testimoni e come vivi strumenti della sua missione salvifica» (AG, 41). È necessario che i consacrati missionari si aprano sempre più coraggiosamente nei confronti di quanti sono disposti a collaborare con loro, an- che per un tempo limitato, per un’esperienza sul campo. Sono fratelli e sorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insita nel Battesimo [...]. Le Istituzioni e le Opere missionarie della Chiesa [...] hanno bisogno dei carismi e dell’impegno missionario dei consacrati, ma anche i consacrati hanno bisogno di una struttura di servizio, espressione della sollecitudine del Vescovo di Roma per garantire la koinonia , così che la colla- borazione e la sinergia siano parte integrante della testimonianza missionaria. Gesù ha posto l’unità dei discepoli come condizione perché il mondo creda (cfr. Gv 17,21) [...]. L’Opera Missionaria del Successore di Pietro ha un orizzonte apostolico universale. Per questo ha bisogno anche dei tanti carismi della vita consa- crata [...]. C ari fratelli e sorelle, la passione del missiona- rio è il Vangelo. San Paolo poteva affermare: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16). Il Vangelo è sorgente di gioia, di libera- zione e di salvezza per ogni uomo. [...] La mis- sione dei servitori della Parola – vescovi, sacer- doti, religiosi e laici – è quella di mettere tutti, nessuno escluso, in rapporto personale con Cri- sto. Nell’immenso campo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chiamato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua perso- nale situazione. [...]. M entre affido a Maria, Madre della Chiesa e modello di missionarietà, tutti coloro che, ad gentes o nel proprio territorio, in ogni stato di vita cooperano all’annuncio del Vangelo, di cuore invio a ciascuno la Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 24 maggio 2015 Solennità di Pentecoste Francesco vicino al suo popolo amato (EG, 268) e a tutti co- loro che lo cercano con cuore sincero. Nel co- mando di Gesù: «andate» sono presenti gli sce- nari e le sfide sempre nuovi della missione evan- gelizzatrice della Chiesa. In essa tutti sono chia- mati ad annunciare il Vangelo con la testimo- nianza della vita [...]. I l cinquantesimo anniversario del Decreto conci- liare Ad gentes ci invita a rileggere e meditare questo documento che suscitò un forte slancio missionario negli Istituti di vita consacrata. Nelle comunità contemplative riprese luce ed elo- quenza la figura di santa Teresa di Gesù Bam- bino, patrona delle missioni, quale ispiratrice del- l’intimo legame della vita contemplativa con la missione. Per molte congregazioni religiose di vita attiva l’anelito missionario scaturito dal Con- cilio Vaticano II si attuò con una straordinaria apertura alla missione ad gentes , spesso accom- pagnata dall’accoglienza di fratelli e sorelle pro- venienti dalle terre e dalle culture incontrate nel- l’evangelizzazione, tanto che oggi si può parlare di una diffusa interculturalità nella vita consa- crata. Proprio per questo è urgente riproporre l’i- deale della missione nel suo centro: Gesù Cristo, e nella sua esigenza: il dono totale di sé all’an- nuncio del Vangelo. Non vi possono essere com- promessi su questo: chi, con la grazia di Dio, ac- coglie la missione, è chiamato a vivere di mis- sione. Per queste persone, l’annuncio di Cristo, nelle molteplici periferie del mondo, diventa il modo di vivere la sequela di Lui e ricompensa di tante fatiche e privazioni. [...] Mi rivolgo soprat- tutto ai giovani [...]: non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di Gesù che implichi il dono totale di sé. Nel segreto della vostra coscienza, domandatevi quale sia la ra- gione per cui avete scelto la vita religiosa missio- naria e misurate la disponibilità ad accettarla per quello che è: un dono d’amore al servizio dell’an- nuncio del Vangelo, ricordando che, prima di es- sere un bisogno per coloro che non lo cono- scono, l’annuncio del Vangelo è una necessità per chi ama il Maestro. O ggi, la missione è posta di fronte alla sfida di rispettare il bisogno di tutti i popoli di ripar- tire dalle proprie radici e di salvaguardare i valori delle rispettive culture. Si tratta di conoscere e ri- spettare altre tradizioni e sistemi filosofici e rico- noscere ad ogni popolo e cultura il diritto di farsi aiutare dalla propria tradizione nell’intelligenza del mistero di Dio e nell’accoglienza del Vangelo di Gesù, che è luce per le culture e forza trasfor- mante delle medesime. All’interno di questa complessa dinamica, ci po- niamo l’interrogativo: «Chi sono i destinatari pri- vilegiati dell’annuncio evangelico?». La risposta è chiara e la troviamo nel Vangelo stesso: i poveri, i piccoli e gli infermi, coloro che sono spesso di- sprezzati e dimenticati, coloro che non hanno da
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