Missioni Consolata - Ottobre 2015

galli multicolori che volteggiavano attorno alla missione, l’imponente tucano, i voraci piranha pescati dagli indigeni insieme agli enormi «pesce gatto», l’anaconda, fortunata- mente «piccola», che aveva dilaniato la gamba di un gio- vane yanomami, le cui ferite riuscii a suturare alla meglio poco prima della mia partenza, i canti degli uccelli, le urla delle scimmie. «Nada se compara a Catrimani» per l’incontro con gli indi- geni, che ci accolsero con calore misto a curiosità, e che per noi organizzarono una festa con canti e danze, e l’im- mancabile frullato di banane. Il sonno della prima notte fu interrotto da urla disperate di uno Yanomami che gridava: «È morto mio figlio! È morto mio figlio!». Quando accor- remmo, scoprimmo che gli era morto... il cane, conside- rato però come un membro della famiglia. In quei giorni ri- cordo i bambini che si affollavano intorno a me perché fi- schiettavo bene, cosa che loro non sanno fare. E ancora la paura di quando, uscito con un gruppo di indios a caccia nella foresta, mi attardai un attimo per fare una fotografia e mi ritrovai sperduto tra alberi altissimi, assolutamente incapace di orientarmi: mi misi allora a gridare e altre grida indigene mi indicarono il cammino. Rammento gli sciamani che prima che sorga l’alba, nel tepore dei fuochi della maloca, raccontano i miti della tribù e ricordano a tutti che, se gli Yanomami smettessero di sostenere con la loro preghiera la volta del cielo, questa si schianterebbe sulla terra. La giovane mamma yanomami affetta da ma- stite che rifiutava la terapia antibiotica da me proposta, perché voleva una mastectomia, confusa notizia arrivatale chissà come dal mondo dei bianchi. E la pazienza di fratel Carlo che si accovacciò accanto a lei (all’uso indigeno), ab- bracciandola e convincendola, attraverso un lungo collo- quio, ad accettare la mia cura, che risolse poi il problema con due sole iniezioni intramuscolo. Nascita e attività del Co.Ro. Dopo il viaggio del 2000, dall’indignazione per l’etnocidio in atto e dall’ammirazione per il lavoro dei missionari, nac- que il Co.Ro. Onlus, Comitato Roraima di solidarietà con i popoli indigeni del Brasile. Oltre a interventi per altre po- polazioni indigene di Roraima (Macuxi, Wapichana, Tuare- pang, tra le principali), per la missione di Catrimani il Comi- tato ha reso possibili numerosi progetti come: la ristruttu- razione delle strutture adibite ad accoglienza, ambulatorio e scuola; la fornitura di barche per raggiungere le maloche più distanti lungo il fiume Catrimani; l’impianto di pannelli solari che oggi forniscono energia per le attività sanitarie ed educative; la formazione degli agenti indigeni di sanità; la organizzazione di incontri formativi per i leaders delle 24 comunità che afferiscono alla missione; la preparazione di incontri dei tuxaua (capi) per partecipare ad eventi in- ternazionali in difesa degli indios e sulla possibilità di un’a- gricoltura ecologica e sostenibile; il mantenimento di un prezioso collaboratore laico, indispensabile motorista, meccanico, carpentiere; il progetto di documentazione au- diovisiva sulla storia della missione e sulle sfide affrontate dagli Yanomami. Infine, una curiosità. Non poche difficoltà sorsero tra noi quando ci fu proposto di sostenere un corso di formazione per gli sciamani. Alla fine le perples- sità furono superate: i missionari ci aiutarono a compren- dere che gli sciamani erano (e sono) insostituibili custodi della tradizione e della spiritualità yanomami. Catrimani: una missione estrema, con missionari che in- carnano concretamente una Chiesa che sta con gli ultimi o, come dice papa Francesco, «con gli scarti, alla periferia del mondo». Carlo Miglietta OTTOBRE 2015 MC 55 N OTE (1) Su Carlo Zacquini si legga anche: Paolo Moiola, Il bianco che si fece Yanomami , MC, ottobre 2013. (2) Sulla scelta del luogo e sulla costruzione della pista di at- terraggio si legga: Bindo Meldonesi, Il campo è pronto! , MC, luglio-agosto 1966. (3) La conversazione di queste pagine è tratta dall’intervista inserita nel documentario sulla Missione Catrimani realiz- zato da Daniele Romeo e Yuri Lavecchia. Il trailer è visibile sul sito: www.tribeslife.org . Sotto : tre piccoli yanomami davanti alla «yano» (la maloca). Anno 2015: ancora invasioni Nel 1992, anche grazie al lavoro dei missionari della Consolata, la terra yanomami viene ufficial- mente riconosciuta e protetta. Si tratta però di una protezione più teorica che reale. «Ancora nel 2015 - conclude con evidente rammarico fratel Carlo 3 - centinaia o forse migliaia di cercatori d’oro continuano a invadere illegalmente il territo- rio indigeno, a distruggere la natura, a contami- narne l’acqua con il mercurio, a causare epidemie e danni irreparabili alla cultura yanomami». Daniele Romeo DOSSIER MC L’INCONTRO © Daniele Romeo / 2015

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