Missioni Consolata - Ottobre 2015
OTTOBRE 2015 MC 37 A causa dell’isolamento e di un’esistenza millenaria nell’ambiente della foresta tropicale dell’Amazzo- nia, il popolo Yanomami ha sviluppato una cultura e un sistema simbolico propri, molto differenti dalla simbologia biblica frutto di un ambiente e di una cul- tura di pastori del deserto. Qualsiasi traduzione lette- rale, tipo Dio = Omã, risulta insostenibile. La tradizione orale yanomami, miti e storie esemplari rivissute nei ri- tuali, spiega le origini e orienta il comportamento so- ciale e etico della società che vive in foresta. In una cul- tura orale come quella yanomami, i miti sono dinamici, raccontati o celebrati, liberamente adattati alla situa- zione ma conservandone inalterato il nucleo. L E ORIGINI Invece di un Dio creatore, alle origini ci sono due ge- melli: Omâ e Yoasi. Omâ rappresenta l’intelligenza crea- tiva, la furbizia, la generositá. Yoasi, il caimano, rappre- senta la stupidità e l’egoismo. • Gli Yanomami sono figli di Omâ e i napëpë (= non Ya- nomami) sono figli di Yoasi, egoisti e irresponsabili ( mo- hoti ). • Omâ ha dato queste terre agli Yanomami, ai napëpë ha dato Boa Vista, São Paulo... • Omâ si è ritirato sulle montange del Parima, ma è chiamato in causa quando c’è bisogno. • Il figlio di Omâ aveva sete. Omâ fece un buco nella terra causando la grande inondazione. L’U NIVERSO E L ’ ARMONIA La foresta ( urihi ) è il mondo, il pianeta, il cosmo dove vi- vono tutte le cose che esistono, materiali e spirituali: Yanomami, napëpë , spiriti, ancestrali, animali, piante, fenomeni naturali... Una struttura molto instabile frutto di un cataclisma originale causato dalla rottura dell’e- quilibrio. Se si rompe l’armonia dell’insieme tutto cade, è la fine di tutto. • Ferire la foresta, tagliare o strappare alberi in grande quantità, aprire strade, scavare buchi per estrarre me- talli libera un fumo, una nebbia mortifera invisibile che si sparge seminando epidemie, malattie mortali ( xa- wara ). • Nella foresta ci sono luoghi dove abitano animali mo- struosi, Teperesik+, Terema... sono luoghi protetti, nes- suno può andare là per cacciare o pescare impune- mente. Sono nidi di riproduzione della biodiversità. • Gli xapuripë (sciamani) yanomami, grandi alberi mate- riali e spirituali, sono le colonne del cielo. Quando l’ul- timo sciamano morirà, anche l’ultimo albero sarà ab- battuto e il cielo cadrà nuovamente. G LI SCIAMANI ( XAPURIPË ) Lo sciamanismo e l’endocannibalismo sono i rituali più affascinanti della cultura yanomami. Gli sciamani, me- diante l’uso di allucinogeni, di canti e danze, sono il ponte tra il mondo materiale e quello spirituale con la funzione di mantenere l’equilibrio, l’armonia della fore- sta/mondo. • Quando uno sciamano muore, gli elementi si infu- riano, particolarmente il vento e il tuono. (In occasione della morte di una persona importante ho visto una donna gridare allo sciamano: «Il tuono sta dormendo, scuoti la sua amaca»). • La morte di uno sciamano scuote l’equilibrio, asce ta- gliano i pilastri del cielo, gli sciamani alzano le braccia per reggere un peso che può diventare insostenibile. I pianti rituali, le grida, i canti e le danze mimiche creano un clima di grande drammaticità, letteralmente da fine del mondo. • Lo sciamano viaggia nel mondo degli spiriti animali, in- carna e imita l’animale appropriato, succhia e poi soffia buttando via lo spirito responsabile per la malattia. Il ri- tuale, eseguito singolarmente o in gruppo, può durare una notte intera. • L’endocannibalismo consiste nella consumazione ri- tuale e in gruppo delle ceneri delle ossa di uno Yano- mami morto sciolte in una zuppa di banane. • I rituali funebri valorizzano le qualità a servizio del gruppo. È una forma di comunione per perpetuare que- sti valori e stringere alleanza con altri gruppi. G LI ANIMALI I personaggi dei miti delle origini, dei racconti e dei dise- gni sono animali della foresta, indicando una intima unione ancestrale e attuale. • Ogni Yanomami ha un «alter ego» (altro-io) animale, il falco reale è il più rappresentativo, la sua uccisione ri- chiede rituali di purificazione. • Il giaguaro ruggisce nel petto degli sciamani e dei gio- vani cacciatori. • Il colibrì ha estratto il fuoco dalle fauci del caimano e l’ha posto dentro il legno della pianta di cacao. • Il sangue della puzzolente e antipatica mocura (faina) stà all’origine dei colori degli animali. • Il tacchino selvatico, dalle penne nere e petto bianco, sta all’origine della alternanza del giorno e della notte. «Voi napëpë pensate che l’aurora viene meccanica- mente? Sono gli uccelli che, cantando, chiamano l’au- rora. Se uccidete tutti gli uccelli, la notte si estenderà per sempre». L’intima unione di tutti gli elementi della foresta / mondo fa sì che non ci sia distinzione tra voce e rumore, tutti parlano, tutti si comunicano: la voce degli Yano- mami, la voce del tucano, del giaguaro... del tuono, delle rapide dei fiumi, del vento. R itengo che le tradizioni racchiuse nella sapienza yanomami possano realmente trasmettere segnali e valori alla nostra società occidentale. A garanzia della vita e soprattutto della sopravvivenza del pianeta. Guglielmo Damioli * ( * ) Per approfondire le tematiche della cultura yanomami rimandiamo a: Guglielmo Damioli, Giovanni Saffirio, Yanomami. Indios dell’Amazzonia , Edizioni Il Capitello, Torino 1996. Mistica emitologia Mondo yanomami DOSSIER MC L’INCONTRO
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