Missioni Consolata - Ottobre 2015

36 MC OTTOBRE 2015 In alto, a destra : momento di un rito sciamanico in favore di un ammalato. In alto, a sinistra : l’abbraccio tra due uomini avviene durante un rito («yã+mu») di scambio di notizie (matrimoni, alleanze, ecc.). Si notino le bocche nere a causa delle foglie di tabacco. salii sull’aereo con la polizia che mi avrebbe por- tato all’aeroporto di Boa Vista. Infine, dopo 6 giorni, inviammo un aereo alla missione per recu- perare l’infermiera suor Florença, ultimo membro dell'equipe missionaria, che arriva a Boa Vista in stato di shock dopo vari giorni in domicilio coatto sotto il tiro delle armi della polizia militare che oc- cupava la missione. I numeri di quella febbre dell’oro sono spaventosi: 5 anni di furia, 40.000 cercatori d’oro dentro le terre yanomami, 140 piste clandestine dentro la foresta, tonnellate di oro vendute di contrab- bando, gruppi di indios yanomami isolati stermi- nati, 2.000 Yanomami morti, il 20% della popola- zione. In esilio forzato, chiamato dalle suore infer- miere, incontrai Yanomami di tutte le età e di tutte le tribù negli ospedali di Boa Vista, traspor- tati da agenti del governo o da piloti misericor- diosi, con ferite orribili di armi da fuoco e di col- tellacci, con gli occhi spenti, in preda al panico, in terra nemica, senza saper dire una parola. La luce si accendeva quando, sorridendo, sussurravo pa- role yanomae . Tra singhiozzi, tutti dicevano la stessa cosa «napëpë mohoti»: i bianchi sono irre- sponsabili, i bianchi sono cattivi. Autodifesa: terra, lingua, identità Alla fine di novembre del 1988 ritornammo alla missione con l’arduo compito di ricomporre l’equili- brio socio-culturale scosso dalla convivenza degli indios con garimpeiros e agenti del governo. Convi- vemmo mesi con gli agenti del governo. Garimpei- ros disperati arrivavano alla missione alla ricerca di medicine, invadevano le maloche alla ricerca di cibo. Nel frattempo (ottobre 1988) la nuova Costitu- zione brasiliana aveva liberato gli indios dalla inte- gração e dalla tutela esclusiva della Funai, garan- tendo il diritto degli indigeni sulle terre necessarie per la sopravvivenza fisica e culturale, nonché una salute e una educazione «differenziata». La missione, rivelata la sua fragilità durante l’e- vento dell’espulsione, davanti al nuovo scenario costituzionale e alla rottura dell’isolamento col conseguente scontro disuguale di culture, era chiamata a una nuova sfida: preparare gli Yano- mami all’autodifesa. Dal ’90 al 2000, con una equipe missionaria rinvi- gorita dall’arrivo delle suore della Consolata e di laici del Cimi, per rinforzare la maloca e il pro- getto yanomami di vita, iniziammo a mettere in pratica tre azioni strategiche: impiantare la et- noalfabetizzazione, insegnando a leggere e a scri- vere in lingua yanomae e producendo letteratura bilingue; organizzare assemblee yanomami ri- unendo tutte le tribú attorno a un obiettivo co- mune, la difesa della terra e dell’identità; favorire l’alleanza con gli indios delle praterie e delle mon- tagne già organizzati nel Cir («Consiglio indigeno di Roraima»). In pochi mesi i giovani yanomami si impossessa- rono dei segreti della scrittura, facendo disegni, registrando la storia, raccontando miti, scrivendo lettere alle autorità, inviti, informazioni... La scrit- tura permise la formazione di professori e di in- fermieri che da allora iniziarono a raggiungere ogni villaggio. L’introduzione della scrittura in un popolo a tradi- zione esclusivamente orale ha rappresentato un cambio epocale, con un’infinità di effetti collate- rali da integrare in sempre nuove sintesi. Il crite- rio della gradualità ha aiutato Yanomami e missio- nari a mantenere l’equilibrio etnico e garantire i tre pilastri del progetto di vita e di futuro: terra, lingua, identità. Oggi gli Yanomami stanno sem- pre più prendendo in mano le redini del proprio destino, costruendo nuovi capitoli della loro sto- ria, tocca a noi, come compagni di viaggio, la- sciarci condurre per mano, non piú da un bam- bino ma da un popolo. Guglielmo Damioli (Hewësi Par+ki) © AfMC / Silvano Sabatini © AfMC / Silvano Sabatini

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