Missioni Consolata - Ottobre 2015
32 MC OTTOBRE 2015 cambiare gli indios - hanno scritto di lui -, è stato da loro cambiato» 6 . Diverso, molto diverso, il percorso di Napoleon Cha- gnon, antropologo statunitense, che con le sue ricer- che tra gli Yanomami (del Venezuela) 7 ha costruito la sua fortuna e la sua fama, peraltro assai controversa. Chagnon parla di essi come di un popolo primitivo in stato di guerra perenne (« in a state of chronic war- fare »); parla di bellicosità, aggressioni, vendette di gruppo. Siamo nel 1968. Nel 2013, 45 anni dopo, l’an- tropologo manda alle stampe un nuovo libro in cui ri- badisce in toto i concetti espressi nella sua prima opera e difende se stesso e il proprio lavoro dalle cri- tiche degli altri antropologi 8 . Non si sa quanti siano i popoli indigeni rimasti incon- tattati. Gli Yanomami sono stati avvicinati per la prima volta dai «bianchi» circa un secolo fa. Oggi al- cuni gruppi di loro vivono in «isolamento volonta- rio», altri mantengono con la società circostante re- lazioni limitate, ma tutti sono in pericolo. Di certo, nel mondo (rimpicciolito) di oggi è quasi impossibile non subire influenze e contaminazioni. Piccole e grandi, spesso nefaste, a volte con effetti contra- stanti. Da tempo, sulle terre indigene (non solo del Brasile) si sono posati gli occhi e gli appetiti delle lob- bies politiche ed economiche. In questo caso, una ri- sonanza internazionale può trasformarsi in un’inat- tesa arma di difesa per le popolazioni native. «Gli in- dios bisogna raccontarli e, raccontandoli, salvarli per imparare come loro a vivere armoniosamente con la natura», ha detto Sebastião Salgado, star della foto- grafia mondiale, presentando nel 2014 il suo lavoro sugli Yanomami 9 . N elle pagine di questo dossier missionari, volon- tari, antropologi raccontano del popolo yano- mami e della Missione Catrimani. Di quanto sia stato duro difendersi dall’avanzata - fisica e cultu- rale - dei napëpë (cioè dei non-Yanomami e, nello specifico, dei bianchi). Di quanto sia difficile rima- nere uno Yanomami (e in generale un indio) nel mondo del 2015. Con o senza bancomat. Paolo Moiola D Ove sONO - Il popolo degli Yanomami vive in un’area di foresta tropicale a Ovest del massic- cio delle Guiane, sui due lati della frontiera tra Brasile e Venezuela. s uperfIcIe - Occupano un territorio di circa 192.000 chilometri quadrati (quasi 2/3 dell’Ita- lia), di cui 96.650 in Brasile. p OpOlAzIONe - Sono circa 33.100 persone (fonte: Albert - Milliken, 2009). l INgue - Gli Yanomami si riconoscono come un popolo che presenta, al suo interno, diversità culturali e che parla lingue appartenenti alla stessa famiglia e mutuamente comprensibili. I N B rAsIle - La Terra indigena Yanomami è loca- lizzata all’estremo Nord del Brasile e ha un’e- stensione di 9.664.975 ettari, essendo abitata da 21.249 persone, organizzate in 285 comu- nità ( Distrito sanitário especial indígena yano- mami , 2014). l OcAlIzzAzIONe DellA M IssIONe c AtrIMANI - La Mis- sione Catrimani è localizzata sulla sponda sini- stra del fiume Catrimani (N: 02°21’167’’; W: 063°00’447’’), affluente del Rio Branco, di fronte alla rapida del Cujubim. c OMuNItà e pOpOlAzIONe - Nella regione della missione Catrimani esistono 22 comunità con una popolazione di quasi 900 abitanti. D AtI DeMOgrAfIcI - Gli Yanomami stanno vi- vendo una forte crescita demografica, perciò la popolazione è molto giovane. Nella regione del Catrimani, 408 persone hanno meno di 14 anni, corrispondendo al 49 % del totale. D IstANze - La Missione Catrimani dista circa 250 Km in linea d’aria da Boa Vista, capitale dello stato di Roraima. M ezzI DI trAspOrtO - Partendo da Boa Vista, è raggiungibile con piccoli aerei leggeri che at- terrano sulla pista della missione (circa un’ora di volo), ma si può arrivarvi per via fluviale, ri- salendo il fiume Catrimani (circa tre giorni di navigazione), o per via terrestre, utilizzando veicoli fino a dove esistono strade e... conti- nuando a piedi nella foresta, meglio se ben ac- compagnati (circa cinque giorni). s Alute - Le patologie più diffuse: infezioni re- spiratorie, gastroenteriti/verminosi, malattie della pelle/dermatiti, tubercolosi, malaria, de- nutrizione. Alla missione esiste un ambulato- rio con farmacia, ma i casi più gravi sono trat- tati in città. e DucAzIONe - Ogni comunità, in genere, pos- siede una piccola scuola con il proprio maestro Yanomami che vi risiede. Alla missione esiste un Centro di formazione usato per la forma- zione di maestri, di tecnici indigeni di salute, per corsi, incontri e assemblee. Dati e informazioni YANOMAMI N OTE (1) Paolo Moiola, Dalla montagna del vento , Incontro con Davi Kopenawa , Missioni Consolata, novembre 2014. (2) Servilio Conti, Se potessimo volare! , Missioni Consolata, marzo 1966, pagg. 14-19. Mons. Conti, missionario della Conso- lata, è scomparso nel settembre 2014. (3) Silvano Sabatini, Tra gli indios dell’Apaiú , Edizioni Missioni Consolata, Torino 1967, pag. 79. (4) Silvano Sabatini (a cura di), Gabriel Viriato Raposo . Ritorno alla maloca , Emi, Bologna, 1972. (5) Silvano Sabatini, Il prete e l’antropologo , Ediesse, Roma 2011, pag. 65. (6) Stefano Camerlengo, introduzione a Silvano Sabatini, Ya- nam. Vita e morte di un popolo , Torino 2008, pag. 4. (7) Napoleon A. Chagnon, Yanomamö. The Fierce People , Holt, Rinehart and Winston, Usa 1968. (8) Napoleon A. Chagnon, Tribù pericolose. La mia vita tra gli Yanomamö e gli antropologi , il Saggiatore, Milano 2014 (origi- nale: Nobles Savages , 2013). (9) Sebastião Salgado, The Yanomami: An isolated yet imperi- led Amazon tribe , The Washington Post, 25 luglio 2014; Sal- gado racconta gli Yanomami , La Stampa, 13 luglio 2014.
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