Missioni Consolata - Ottobre 2015
30 MC OTTOBRE 2015 trasformazioni compiute dallo stesso popolo lo- cale. Una comunità che ha fatto sua la sfida ecolo- gica, che si è fatta voce della terra e delle persone con ostinazione e metodo, aggregando forze ed educando la gente all’azione. Una comunità profe- tica di denuncia e annuncio, capace di spargere la voce ovunque, approfittando con saggezza dei mezzi tecnologici e dei media (come - ad esempio - la rivista che tenete tra le mani). Questa comunità ha reso visibile a molti un piccolo angolo del mondo, ha offerto la sua esperienza locale come possibile modello di azione anche per altri conte- sti e si è resa disponibile a collaborare con tutti gli alleati che vogliano affrontare le stesse sfide. T ANTI , MA NON ABBASTANZA - Mi sembra questo uno dei lasciti più preziosi della testimonianza da- taci dai nostri missionari e dal popolo con il quale vivono: l’invito a non scordare mai che, anche quando si compie tanta strada, all’arrivo si troverà sempre «lo Spirito Santo» già presente, si troverà l’altro, verso il quale ci chiniamo, già abitato dalla presenza del Signore, in attesa solo di qualcuno che lo renda consapevole del dono gratuito che Dio of- fre a ogni essere umano. Noi come missionari della Consolata vogliamo con- tinuare la nostra missione tra gli Yanomami per aiutarli a vivere degnamente e a recuperare i pro- pri valori. Vogliamo che la loro autonomia e la loro storia, scritte nella memoria e nel territorio, ven- gano rispettate. Per questo crediamo fermamente che 50 anni siano tanti, ma non abbastanza. I L DOVERE « ETICO » DI RIMANERE - Rimaniamo a Catrimani e continuiamo perché questo popolo ha il diritto di vivere. E come missionari abbiamo sempre il dovere di promuovere la vita. Non sap- piamo se riusciremo ad aiutarli perché siamo con- sapevoli di muoverci su un «terreno minato», ma ci crediamo e andiamo avanti. L’obiettivo è l’auto- nomia e la libertà degli Yanomami. Gli indios sono stati manipolati. L’incontro-scon- tro con il mondo dei «bianchi» li ha resi più poveri e troppi di loro sono stati uccisi per gli interessi egoistici di quel mondo. I governi pensano solo alle elezioni e al potere. Dietro a ogni scelta poli- tica c’è sempre l’aspetto economico dell’accapar- ramento delle ricchezze. Noi non vogliamo che continui così. Che vengano pure analizzati e corretti i nostri er- rori, ma dobbiamo esigere che la differenza di stili di vita e di idee venga accolta. Stiamo aiutando delle persone a ritrovare se stesse, a ridare valore alla loro esistenza. Un cammino, questo, che è possibile solo con gente che, gratuitamente, condi- vide la propria vita con altri. Il «rinascimento indigeno» in America latina, av- venuto nelle ultime decadi, è una realtà incorag- giante, ma il suo cammino è quasi ovunque irto di difficoltà e di feroci resistenze, per questo vale la pena e anzi è un «dovere», etico e categorico, ri- manere e far sì che la storia continui. Stefano Camerlengo Qui sotto : la Missione Catrimani con la pista di atterrag- gio. Pagina seguente : gruppo di Yanomami in cammino. © Carlo Zacquini
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