Missioni Consolata - Ottobre 2015
di Gigi Anataloni EDITORIALE OTTOBRE 2015 MC 3 Ai lettori DALLA PARTE DEI POVERI È il tema che la Chiesa italiana propone per questo Ottobre missionario come risposta a papa Francesco il quale ha ricordato ai direttori delle Pontificie Opere Missionarie che «L’evangeliz- zazione, che deve raggiungere tutti, è chiamata a partire dagli ultimi, dai poveri, da quelli che hanno le spalle piagate sotto il peso e la fatica della vita. [...] La Chiesa è il popolo delle beati- tudini, la casa dei poveri, degli afflitti, degli esclusi e dei perseguitati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia. A voi è chiesto di operare affinché le comunità ecclesiali sappiano accogliere con amore preferenziale i poveri, tenendo le porte della Chiesa aperte perché tutti vi possano entrare e trovare rifugio» ( Ai direttori delle PP.OO.MM. , 9 maggio 2014). Essere dalla parte dei poveri è nel Dna della Chiesa fin dalle sue origini, anche se spesso uomini di Chiesa hanno tradito questo ideale. È un impegno che nei secoli ha generato miriadi di attività e per il quale centinaia e centinaia di santi hanno dato la vita, non ultima la nostra beata Irene. Ma dove c’è «il grano» trovi sempre anche «la zizzania». Già san Giacomo se la prendeva con i cristiani che dava- no i primi posti ai ricchi impomatati e cacciavano in un angolo i poveri puzzolenti (Gc 2,1-4). E se fos- se tra noi oggi, cosa direbbe a noi cristiani del «bel paese»? Nella nostra bella Italia ci sono due facce della stessa medaglia: da una parte una generosità incredi- bile ed eroica, dall’altra una durezza di cuore da vergognarsi. L’Italia che amo ha un cuore grande che batte in milioni di volontari, negli angeli del fango, in chi è impegnato in migliaia di onlus, in chi so- stiene l’adozione a distanza, nei gruppi missionari, nei benefattori e amici di missionari e volontari, nei laici impegnati, in chi lotta per la pace e la giustizia e sfida la mafia e la camorra, in chi accoglie ri- fugiati, fuggitivi e migranti senza se e senza ma... L’altra faccia ha il volto dello sfruttamento della prostituzione dove mafia e camorra e cartelli di trafficanti di uomini prosperano al servizio dei gusti perversi di clienti insospettabili; delle industrie agroalimentari a caccia di tutto quello che costa me- no anche sapendo di sfruttare migliaia di lavoratori schiavizzati da caporalati criminali e mafiosi; dei politici che cavalcano e alimentano le paure della gente con l’occhio ai sondaggi e poi non fanno il lo- ro dovere al servizio del bene comune persi come sono nelle loro diatribe, ripicche, ricatti; dei gior- nalisti che provano un godimento morboso nello scrivere di «invasioni, masse, conquiste, furti, vio- lenze, contagi e contaminazioni», dimenticando che paesi molto più poveri del nostro hanno accolto centinaia di migliaia di fuggitivi, rifugiati e migranti senza fare tutte le storie che facciamo noi che pu- re abbiamo tantissimi alloggi sfitti, interi paesi disabitati e abbandonati e un gran numero di posti la- voro nell’agricoltura, nei servizi e nell’artigianato rifiutati dai più; dei super cristiani che nella difesa della purezza della religione vogliono insegnare il mestiere al papa che si permette di mettere in di- scussione il loro perbenismo affumicato d’incenso ed esteriorità. I lettori di questa rivista senza pretese sanno bene che stare dalla parte dei poveri fa bene allo spi- rito e alla società, e non amano gli slogan, il vociare per sentirsi e farsi sentire. Essere amici dei missionari significa condividerne la scelta preferenziale per i poveri ovunque essi siano. E non so- lo con un aiuto economico, ma soprattutto con uno stile di vita che parte dal cuore. Solo qualche settimana fa, era il 30 agosto, il Vangelo ci ha ricordato che l’inquinamento delle persone viene dal di dentro. Gesù ha elencato 12 fattori di inquinamento, tra cui avidità, inganno, malvagità e superbia. L’avidità, che san Paolo definisce come idolatria, fa perdere il baricentro: non si pensa più secondo il progetto d’amore di Dio, ma si diventa schiavi del denaro, del potere, delle cose, del proprio piccolo mondo. Guai a chi lo tocca. La malvagità ha molte forme, una è particolarmente pericolosa: il godi- mento nel diffondere informazioni sbagliate e diffamanti sugli altri. La superbia o arroganza mette il «sé» al centro e rifiuta ogni confronto e dialogo. L’inganno, tra le sue molte facce, fa passare per vero quello che è spudoratamente falso. Bisogna reagire a questo inquinamento, che è come una polvere sottile che ci penetra e ci corrompe. La cura è quella indicata dal papa: rimanere accoglienti verso i poveri, i migranti, i rifugiati, i disperati, i senza lavoro, chiunque sia nel bisogno, senza distinguo. Stare dalla parte dei poveri ci aiuta a rima- nere umani, a mantenere il cuore limpido, ad avere le mani libere per accogliere, abbracciare, acca- rezzare, consolare, aiutare e ricevere. Stare dalla parte dei poveri fa bene a noi, fa bene alla Chiesa, fa bene alla società.
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