Missioni Consolata - Ottobre 2015
# In alto a sinistra : resti della casa parrocchiale di Zinder, data alle fiamme il 16 gennaio 2015. Il libretto rinvenuto «Cristiani oggi, Signore dove sei?» è emblematico. # A sinistra : mons. Ouedraogo celebra sotto una tettoia a Zinder. # In questa pagina : volti di una giovane donna nigerina e di un anziano notabile di villaggio. Francia. Inoltre abbiamo molte al- tre congregazioni religiose che vengono dal Benin, Togo, Burkina Faso, ma anche da Canada e Fran- cia. La maggior parte delle con- gregazioni lavorano nelle scuole e nei dispensari. È una fetta impor- tante della cooperazione missio- naria». Quali sono le sfide maggiori che sente e qual è il suo programma per i prossimi anni? «Portiamo avanti la visione che recita: “Tutti sono missionari in una chiesa famiglia che testimo- nia l’evangelo nella realtà del Ni- ger”. Vivere la parola di Dio nel Niger di oggi ha come sfide, prima di tutto, il dialogo interreligioso, la formazione dei nostri cristiani alla cultura della tolleranza, la forma- zione dei cristiani ad avere una fede solida e a radicarsi ancora di più nella Parola. Perché quando si è forti a livello spirituale, si regge meglio davanti alle prove. Vo- gliamo sviluppare la Caritas dioce- sana, come servizio ai più poveri del paese, che sono molti. Met- tere l’accento sulla responsabiliz- zazione. I missionari ci danno uno stimolo esaltante e dobbiamo fare in modo che tutti i preti, i re- ligiosi, i laici, ad ogni livello, pos- sano essere responsabili. Una chiesa che poco a poco prenderà se stessa in carico. È il nostro pro- gramma. Noi abbiamo bisogno delle chiese straniere, ma dob- biamo prima di tutto contare sulle nostre forze. Le altre vengono a complemento». In Niger molti cattolici sono di origine straniera. Avete una pa- storale per la diffusione del cat- tolicesimo? «È vero, molti cattolici vengono da altri paesi, ma molti cristiani nelle parrocchie di campagna sono autoctoni. Prendo il caso di Dogon Doutchi, in zona haussa (prima etnia per numero, pre- sente anche in Nigeria, ndr ) op- pure la zona sonrai: entrambe hanno molti cristiani. Un centro importante è Makalondi, che rag- gruppa le parrocchie di Maka- londi, Bomanga, Torodi e Kankani. Non posso dire che si tratta del polmone dei cristiani nigerini, ma in quella zona sono tutti nazionali. Quest’anno su 400 battesimi, ol- tre 150 sono stati di persone origi- nari di quella regione. Lì la gente ha sete di fede, le chiese sono piene e quando sono stato in vi- sita pastorale, mi hanno detto: “Siamo in soprannumero, non è che potete trovare i mezzi per co- struire altre chiese?”. Conteremo sulla partecipazione locale per po- ter costruire luoghi di culto in queste regioni, dove il cristiane- smo avanza rapidamente in nu- mero e qualità. Penso anche, in questa prospet- tiva, alla promozione delle voca- zioni, perché il clero diocesano è una necessità. Abbiamo una pasto- rale vocazionale. A livello del semi- nario maggiore ci sono nove semi- naristi, e altri tre stanno facendo l’anno propedeutico. Altri giovani sono al foyer Samuel dove si pre- parano fino all’esame di maturità. © Marco Bello © Marco Bello MC ARTICOLI
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=