Missioni Consolata - Ottobre 2015
MC ARTICOLI OTTOBRE 2015 MC 13 sciuti durante le violenze e poi arrestati. Gli studenti del campus di Niamey hanno testimoniato che elementi dei partiti di opposizione sono andati dalle associazioni stu- dentesche per convincerle a partecipare massivamente alle manifestazioni, ma queste si sono rifiutate». Un’a- nalisi, questa, condivisa anche in ambito ecclesiale. Sta di fatto che membri di Boko Haram erano infiltrati tra i manifestanti e i metodi usati sono stati quelli della setta nigeriana. «È certo - ci dice ancora mons. Ouedraogo - che membri di Boko Haram sono in mezzo a noi». I l governo di Issoufou Mahamadou è giunto ormai al suo quinto anno e, a inizio 2016, si terranno le ele- zioni. Mahamadou, del partito Pnds (Partito nige- rino per la democrazia e il socialismo), oppositore sto- rico dei regimi succedutisi a partire dagli anni ’90, è ar- rivato finalmente al potere grazie alle elezioni del gen- naio 2011, che misero fine a 13 mesi di governo di transi- zione della giunta militare (cfr. MC giugno-luglio 2011). È stato come se i nigerini avessero chiesto una svolta, affidando la guida del paese a chi non l’aveva mai avuta. L’anno prossimo Mahamadou potrebbe vedere con- fermata questa fiducia, oppure potrebbero tornare alcuni falchi del passato, come il potente ex primo ministro Hama Amadou. Per questo, la campagna elettorale è, di fatto, già cominciata e il tema «sicu- rezza contro il terrorismo» è cruciale. Il governo ha ingaggiato una guerra a trecentoses- santa gradi contro il terrorismo islamico, sul fronte Sud Est e su quello Nord, intervenendo con il pugno di ferro. Dopo gli attentati a Bamako (capitale del Mali, a marzo) e a Ndjamena (capitale del Ciad, giu- gno e luglio), i servizi segreti - molto efficienti in Ni- ger - mantengono l’allerta alta. La nostra fonte uni- versitaria: «Si tratta di una guerra “asimmetrica”, un esercito contro singoli attentatori incontrollabili che si mischiano alla popolazione. Il governo ha sensibi- lizzato la popolazione dicendo che se si osserva qual- cuno di sospetto si deve subito avvisare il capo quar- tiere. Adesso la gente è più tranquilla, non c’è la fobia che si è avuta subito dopo gli eventi di gennaio. Penso che il governo sia stato bravo ad assicurare la sicu- rezza, in un paese povero, senza mezzi, stretto tra Li- bia, Mali e Nigeria». M a nell’Est, vicino alla frontiera con lo stato nige- riano di Borno, gruppi di Boko Haram attaccano direttamente i villaggi. È della notte tra il 17 e 18 giugno uno dei peggiori massacri, compiuto nei villaggi Lamana, Boulamare e Goumao, a circa 50 km da Diffa. Trentotto civili uccisi, di cui 10 bambini, tre feriti, un centinaio di case bruciate, così come i granai e alcune auto. Un attacco peggiore era avvenuto solo sull’isola Karamga nel lago Ciad, ad aprile, con 74 morti tra civili e militari. Gli attacchi sulle isole hanno anche creato ol- tre 30.000 sfollati interni, sempre all’estremo Est del paese. Ci confida una personalità vicina al primo ministro: «Molti membri di Boko Haram che agiscono sulla frontiera sono ormai nigerini, non nigeriani. Molti nostri giovani hanno ingrossato le fila dei miliziani. Li conosciamo e la gente del posto sa chi sono». I ntanto si osservano evidenti cambiamenti nella so- cietà nigerina. Secondo monsignor Ouedraogo «assi- stiamo a una certa radicalizzazione islamica, che av- viene poco a poco. Ad esempio nel 2001 erano ancora molte le donne che non portavano il velo. Oggi sono tutte velate». Secondo il professore universitario «si as- siste a una “islamizzazione” piuttosto che a una radica- lizzazione. La gente è più islamizzata a causa della po- vertà crescente. Non è tanto dovuto al fatto che abbiano paura dei gruppi radicali. Quella è stata palpabile dopo gli avvenimenti del 16 e 17 gennaio e l’entrata di Boko Haram in Niger a febbraio». E mentre il governo impone regole più stringenti sulle prediche nelle moschee, in particolare quelle, sempre più diffuse, realizzate da imam mediorientali, la chiesa cattolica incontra i leader islamici grazie alla Commissione per il dialogo interreligioso, che ha lo scopo di sensibilizzare e promuovere dialogo e tol- leranza. Marco Bello # In basso : le auto della missione cattolica di Zinder, date alle fiamme il 16 gennaio scorso. # A fianco : un caccia bombardiere Sukhoi russo, ma con insegne nigerine, pronto all’aeroporto di Zinder, giugno 2015. È utilizzato per bombardare le milizie di Boko Haram nella re- gione di Diffa. © Habib Dogo
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