Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015
modello per altri paesi arabi e a maggioranza musulmana». (Fides) EMIRATI ARABI NUOVA CHIESA U na nuova chiesa cattolica dedi- cata a San Paolo è stata inau- gurata, venerdì 12 giugno, a Mus- saffah (Abu Dhabi), alla presenza del card. Pietro Parolin, Segreta- rio di Stato vaticano. Alla cerimo- nia inaugurale ha preso parte an- che il Ministro della cultura il qua- le ha sottolineato come l’apertura di una nuova chiesa evidenzi la «tolleranza religiosa» del paese, mentre il card. Parolin ha eviden- ziato come questo evento rappre- senti anche un segno di vitalità della locale comunità ecclesiale. Negli Emirati Arabi Uniti vivono circa 900 mila cattolici immigrati soprattutto dalle Filippine e dal- l’India. La nuova chiesa, la secon- da costruita nel paese, offrirà il proprio servizio pastorale in ingle- se, arabo, malayalam e tagalog ai più di 60 mila cattolici residenti nella regione. «La costruzione di nuovi luoghi di culto - ha aggiunto il Segretario di Stato vaticano - è un segno concreto dell’ospitalità degli Emirati verso i cristiani». (Fides) SRI LANKA SORELLA RITA L o scorso 27 maggio è scompar- sa, all’età di 73 anni, Rita Pere- ra meglio conosciuta come «Sorel- la Rita» o «La Madre Teresa dello Sri Lanka». Entrata da giovane tra le Sorelle della carità, lavorando come insegnante, negli anni ‘60 è costretta a rinunciare ai voti a cau- sa di seri problemi di salute. Nel 1971 si sposa e, insieme al marito, fonda l’istituto «Marc Sri», che da oltre 30 anni accoglie anziani e bambini in difficoltà. Rimasta ve- dova e senza figli, Rita si dedica ancora di più alla sua opera in fa- vore del prossimo diventando ma- dre per moltissimi bisognosi che da lei sono accolti e protetti con l’amore di una mamma. L’opera cresce fino a raggiungere oggi le 11 case che Rita ha portato avanti affidandosi alla generosità dei be- nefattori, animata da una grande fede e sostenuta da un’intensa vita di preghiera. Chi l’ha conosciuta ne parla come di «una grande donna che ha vissuto tutta la sua vita nel- l’amore per il prossimo, portando consolazione a centinaia di poveri, malati e persone sole senza alcu- na distinzione». Quanti l’amavano, hanno detto che la sua morte rap- presenta la scomparsa «della Ma- dre Teresa dello Sri Lanka». (AsiaNews) PALESTINA ACCORDO GLOBALE L a Santa Sede e lo Stato di Pale- stina il 26 giugno scorso hanno firmato un «Accordo globale» che garantisce la collaborazione fra le due istituzioni e facilita la vita del- la Chiesa cattolica in Palestina, considerando i fedeli come cittadi- ni dello Stato palestinese. Mons. Richard Gallagher, segretario va- ticano per i rapporti con gli Stati, ricordando le persecuzioni a cui sono sottoposti i cristiani in Medio Oriente, ha affermato che questo accordo, che garantisce una vera libertà di coscienza (possibilità di conversione da una religione al- l’altra), «offre un buon esempio di dialogo e di collaborazione» au- spicando che «possa servire da «O gni 15 minuti una persona diventa sfollata nel mondo» ha ricordato mons. Virgilio Pante, mis- sionario della Consolata, vescovo di Maralal e Vice Presidente della Commissione per i rifugiati e i migranti della Conferenza Episcopale del Kenya, nell’omelia della messa per la Giornata Mondiale dei Migranti, celebrata presso la St. John the Baptist Riruta Parish di Nairobi. Alla messa hanno partecipato rifugiati che vivono in Kenya provenienti da Uganda, Rwanda, Burundi, Congo RD, So- malia, Etiopia, Eritrea, Sudan e Sud Sudan. Secondo l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) il Kenya accoglie 600 mila rifugiati. Su 50 milioni di ri- fugiati nel mondo, il Kenya è il quarto paese d’acco- glienza come numero totale, dopo Pakistan, Iran e Germania. Mons. Pante li ha esortati a non perdere la speranza nonostante le difficoltà che devono affron- tare ogni giorno, e ha fatto appello ai Keniani perché evitino il tribalismo e il razzismo, ma aiutino invece i rifugiati ad avere accesso alla scuola e al lavoro. Il ve- scovo ha infine chiesto al governo keniano di permet- tere i rimpatri volontari dei somali che desiderano rientrare in patria, ma di non espellere con la forza i somali che non vogliono farlo. Il Kenya ha infatti de- ciso di chiudere il campo di Dadaab, che accoglie 350 mila rifugiati somali, dopo i recenti attentati terrori- stici attribuiti agli Shabaab della Somalia. (Fides) KENYA: NON PERDETE LA SPERANZA AGOSTO-SETTEMBRE 2015 MC 9 La Chiesa nel mondo # Kenya - mons. Virgilio Pante in compagnia di un capo turkana.
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