Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

AGOSTO-SETTEMBRE 2015 MC 69 S econdo l’ International Reli- gious Freedom 2013 del dipar- timento di stato degli Usa, i sufi hanno subito negli ultimi anni discriminazioni e abusi in diversi paesi nel mondo: in Somalia Al-Sha- baab ha distrutto luoghi di culto e tombe di chierici e religiosi sufi, ha ucciso civili e funzionari di governo di orientamento sufi tramite assas- sinii mirati denunciandoli come non-musulmani o apostati; gruppi salafiti hanno vandalizzato e di- strutto siti sufi in Libia, oltre ad aver rivendicato l’uccisione di un religioso sufi; salafiti hanno attac- cato decine di santuari sufi anche in Tunisia; attacchi sono stati regi- strati contro i sufi in Pakistan, Iran, Iraq, Siria. N el rapporto The World’s Mu- slims: Unity and Diversity , pubblicato nel 2012, il Pew Centre (autorevole organizzazione con base negli Usa) dedica una certa attenzione al sufismo mo- strando come esso e le sue pratiche vengano percepiti nelle diverse re- gioni del mondo musulmano: «In Asia meridionale i sufi vengono am- piamente considerati come musul- mani (dal 77% della popolazione, ndr ), mentre in altre regioni ten- dono a non essere molto conosciuti, oppure a non essere accettati come parte della tradizione islamica (ven- gono considerati musulmani da circa il 50% in Medio Oriente, dal 32% in Russia e nei Balcani, dal 24% nel Sud Est asiatico e dal 18% nell’A- sia centrale, ndr ). Opinioni diver- genti ci sono anche per quanto ri- guarda certe pratiche tradizional- mente associate a particolari ordini sufi. Ad esempio, recitare poesie o cantare in lode di Dio sono pratiche generalmente accettate nella mag- gior parte dei paesi musulmani, ma la Turchia è l’unico paese in cui la maggioranza dei musulmani accol- gono la danza devozionale come una forma accettabile di culto, pro- babilmente a causa dell’importanza storica in quel paese dell’ordine Mevlevi o dei “dervisci rotanti”». A lcuni dati particolarmente in- teressanti riguardano il conti- nente africano, per il quale il Pew Centre scrive: «L’identifica- zione con il sufismo è più alto in Africa sub sahariana. In 11 dei 15 paesi esaminati nella regione, un quarto o più dei musulmani affer- mano di appartenere a un ordine sufi. Significativo il caso del Sene- gal nel quale il 92% degli intervi- stati dice di appartenere a una con- fraternita sufi. L’ordine Tijaniyya è il più comune in tutta la regione, con almeno un musulmano su dieci: Senegal (51%), Ciad (35%), Niger (34%), Camerun (31%), Ghana (27%), Liberia (25%), Guinea Bissau (20%), Nigeria (19%), Uganda (12%) e Repubblica Democratica del Congo (10%). Il secondo movimento più diffuso è la confraternita Qadi- riyya, che è seguito dall’11% dei mu- sulmani in Ciad, dal 9% in Nigeria e dall’8% in Tanzania. Inoltre, l’or- dine Muridiyya è prevalente in Se- negal (34%), ma non dispone di un ampio seguito tra i musulmani ne- gli altri paesi esaminati». L’affiliazione ai vari ordini sufi è percentualmente meno rilevante nel resto del mondo musulmano. Tra i paesi presi in considerazione dall’indagine del Pew Centre, gli unici con una proporzione di ade- renti a qualche confraternita sufi più ampia del 10% sulle rispettive popolazioni di fede islamica sono: Bangladesh (26%), Russia (19%), Tagikistan (18%), Pakistan (17%), Malesia (17%), Albania (13%) e Uz- bekistan (11%). Parecchi ordini sono importanti in singoli paesi, come la Naqshbandiyya in Tagikistan (16% di tutti i musulmani), Chistiyya in Bangladesh (12%) e Bektashiyya in Albania (12%). Luca Lorusso SUFISMO TRA RIFIUTO E ACCETTAZIONE Hammad Asghar/Flickr.com Le confraternite cambiano forma La loro designazione, quella di cemaat (comunità), indica l’idea di un consorzio più ampio che s’i- spira e che obbedisce al carisma di un maestro e del suo insegna- mento. Quello che era tipico della tarikat , il patto d’obbe- dienza a un vero maestro spiri- tuale ( shaykh ), viene sostituito da una fedeltà che si realizza an- • Sufismo | Islam | Misticismo | Turchia • MC RUBRICHE

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