Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015
54 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 La proposta «La mia proposta è rilanciare il volontariato internazionale “par- tendo da ieri”, da quelle motiva- zioni e da quella spinta valoriale che abbiamo lasciato cadere. E non vale solo per questo ambito. Infatti, tornato in Italia, parlan- done con diverse persone, ho ca- pito che è lo stesso in politica, nel sindacato, nella scuola, nell’assi- stenza sociale. Non capiamo più dove stiamo andando, non ci rico- nosciamo più in quello che stiamo facendo. è un libro in cui c’è una riflessione arricchita an- che dal confronto con altri. Que- sto è un primo punto: il bagaglio di valori non è una zavorra che ri- duce l’efficienza, ma è qualcosa grazie al quale si riesce a essere più efficienti. Le Ong devono cercare di espri- mere motivazioni e ridare valore agli ideali, cercare di staccarsi il più possibile da un arido elenco di dati. Riaprire il discorso alle valu- tazioni del proprio lavoro, discu- tere su quello che si fa, sul senso che ha. In Etiopia, quando cer- cavo di far ripartire queste discus- sioni, mi dicevano “ma cosa me ne frega, è previsto nel budget, lo facciamo e chiuso”. Secondo punto: va finalmente messo in pratica il concetto per cui il volontariato deve essere uno scambio. Io sono stato valorizzato dagli africani, mi hanno aiutato. Vivo le cose in modo molto in- tenso, per cui sono anche sog- getto ad ansia, ma loro hanno sa- puto costruirmi attorno un conte- sto, nel quale io mi sentissi sicuro, tranquillo e potessi operare al me- glio. Ho visto che anche questo è uno strumento che ti fa lavorare bene, più efficace di altre amenità tecnologiche, come l’impiego del satellite o altro. Una serie di stru- menti avanzati possono essere utili all’Africa, per noi invece, visto come stanno andando le cose nella società, sarebbe importante avvalersi di questi strumenti rela- zionali, comunitari, che erano an- che nostri in passato. In Africa re- sistono ancora, anche se, di que- sto passo, pure gli africani li stanno perdendo. Il tutto in un’ot- tica di scambio. Io come veterinario sul campo, ho avuto la fortuna di conoscere quell’Africa che dicono non ci sia più. Conoscendo lo swahili, ho potuto relazionarmi con persone la cui voce non si sente o non si è mai sentita. sionato. Lo sottoposi allo storico Angelo del Boca, il quale mi disse: “La parte storica è molto valida, ma la tolga tutta”. Perché? chiesi. “Molte cose interessanti sono state scritte sulla storia del- l’Etiopia, diversi studiosi seri ci si sono cimentati. Al contrario non ho mai letto una presentazione del volontariato internazionale che fosse così scevra da tentativi di commuovere o raccogliere fondi, o di mostrare interessi di parte, o di come siamo bravi. è piuttosto una critica dall’interno che propone un cambiamento positivo. E dal punto di vista in- tellettuale è indipendente ed emotivamente sofferta, in prima persona. Non come altre critiche fatte guardando solo i conti e i bilanci”.». Così, dopo quasi sei anni di lavoro e un paio di decine di versioni, è nato nel 2015 il li- bro «Ripartire da ieri, la nuova sfida del volontariato internazio- nale» (ed. Emi, 2015), che oltre a contenere parte della storia per- sonale e professionale di Alberto Zorloni, in particolare riguar- dante l’esperienza etiope, pro- pone un nuovo concetto di vo- lontariato internazionale, che ha radici nel passato. VOLONTARIATO © AfMC / Marco Bello
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