Missioni Consolata - Agosto/Settembre 2015

colo e occhi scuri; una carnagione color cioc- colato Lindt; ma avevo superato da qualche anno l’età massima per essere accettata ad un concorso di bellezza; poi c’erano al- cuni problemi tecnici come la mia al- tezza che era ben al di sotto del minimo richiesto ed altre piccole cosette, non- ché, last but not least , non credo che due superbe stampelle azzurre e un’elegante camminata claudicante fossero nella lista dei requisiti per diventare una Miss. Forse avrei potuto aspirare a Miss Disabile…! Con questo non pensate che io ce l’avessi con Denny Mendez, forse un pochino sì, ma poi, chi sono io per giudicare una ragazzina in cerca del suo momento di celebrità? I l giorno dopo, i giornali erano pieni di imma- gini di Denny. C’era chi gioiva perché sem- brava che in Italia qualcosa stesse per cam- biare: finalmente si erano accorti che c’erano persone diverse, ragazze bellissime anche se non esattamente come le solite copie di Sofia Loren o Gina Lollobrigida; ma c’era anche chi polemizzava e vedeva questa vincita come un’ingiustizia. Io mi trovavo tra due fuochi; se qualcuno si diceva con- trario, io mi arrabbiavo e confutavo che oramai in Italia c’erano italiani diversi e che era ora di aprire gli occhi alla realtà dell’immigrazione e che Denny era un’apripista per tutti noi (anche se sotto sotto, la vedevo come un’usurpatrice: io ero più italiana di lei!). Un giorno mi trovai con una mia cara amica e ini- ziammo a parlare del concorso; pensavo che lei fosse felice che avesse vinto Denny Mendez, es- sendo mia amica; invece la trovai molto critica su questo argomento. Disse che non era giusto che avesse vinto perché lei non rappresentava la clas- sica bellezza italiana, la cultura e la storia italiane. Mi sentii sprofondare: rimasi senza parole. Di certo non mi aspettavo una critica così dura da una mia amica. Allora le chiesi: se avessi parteci- pato io, con la mia lunga storia di immigrata, arri- vata in Italia da piccolissima, cresciuta a spa- ghetti, Battisti e letteratura italiana, sarebbe stato meglio? Lei rispose che era la stessa cosa: non rappresen- tavo la classica bellezza italiana; anche io come RAHMA NUR [SOMALIA] (*) VOLEVOESSERE MISS ITALIA 36 MC AGOSTO-SETTEMBRE 2015 D enny Mendez sorri- deva anche se le lacrime di gioia e sorpresa le riga- vano il bel viso da adole- scente. La sua bella e scura massa di morbidi capelli ricci era in con- trasto con quella coron- cina di luci brillanti da Miss che cercava di te- nere in equilibrio sulla te- sta, mentre le altre ragazze del concorso la assalivano per congratularsi con lei, invidiose e sor- prese anche loro che avesse vinto! Lei, una Miss Nera! Ma mica siamo in America qui, ma cosa sta succedendo mai? Io e mia madre non eravamo così appassionate di concorsi televisivi, men che meno di Miss Italia. Ma quell’anno ci mettemmo davanti alla TV ogni sera, incuriosite da quella ragazza dominicana che cercavamo con lo sguardo durante il programma. Non sapevamo se tifare per lei o no, ma stavamo lì a guardare trepidanti. Poi scoprii che mia madre tifava eccome! Era orgogliosissima di vedere final- mente una ragazza nera che competeva con le classiche bellezze italiane. Io ero scettica, forse an- che un po’ invidiosa. Be’, non è che io avessi mai parteggiato per i concorsi di bellezza, li trovavo anche mortificanti a dirla tutta. Ero solo invidiosa di questa ragazza dominicana, arrivata in Italia solo pochi anni prima, che ancora non parlava un italiano fluente e probabilmente non sapeva nulla né di Manzoni né di Lucio Battisti! Ma che diritto aveva? Mi sentivo defraudata, di cosa ancora non lo sapevo, ma ero un po’ scocciata. Speravo che a rappresentare la parte più colorata di tanti italiani come me fosse proprio una ragazza italiana, nata o cresciuta qui come me e tanti altri immigrati di se- conda generazione. Invece, guarda un po’ chi era riuscita ad arrivare fino a lì! Ok a livello fisico non potevo proprio competere con la bella Denny. Lei era una giovane adole- scente, alta, magra, bella, con splendidi capelli lunghi. Ora, non è che io fossi brutta, anzi, a detta di molti ero una bella giovane donna somala, con i classici lineamenti somali: bocca piccola, naso pic-

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