Missioni Consolata - Luglio 2015
LUGLIO 2015 amico 81 AMICO.RIVISTAMISSIONICONSOLATA.IT CONFRONTO TRA NOI - Quali esperienze positive di servizio alla Parola conosco? - Quali disagi e difficoltà speri- mento nel vivere la Parola? - Quando e come una lettura profonda della parola di Dio mi ha aiutata/o a prendere una de- cisione importante? - Quali conversioni devo at- tuare alla luce del Vangelo: quali modi di pensare, atteg- giamenti da maturare, compor- tamenti da assumere? METTERSI ALLA PROVA E LEGGERE SE STESSI Conosciamo la parola di Dio? Provate ad associare ciascuna frase all’evangelista che l’ha scritta… se non ce la fate aiuta- tevi con la Bibbia. Nn.152-153: «Esiste una moda- lità concreta per ascoltare quello che il Signore vuole dirci nella sua Parola e per lasciarci trasformare dal suo Spirito. È ciò che chiamiamo “lectio divina”. Consiste nella lettura della Pa- rola di Dio all’interno di un mo- mento di preghiera per permet- terle di illuminarci e rinnovarci. [...] La lettura spirituale di un te- sto deve partire dal suo signifi- cato letterale. Altrimenti si farà facilmente dire al testo quello che conviene [...]. Alla presenza di Dio, in una lettura calma del testo, è bene domandare, per esempio: “Signore, che cosa dice a me questo testo? Che cosa vuoi cambiare della mia vita con questo messaggio? Che cosa mi dà fastidio in questo te- sto? [...]”, oppure: “Che cosa mi piace, che cosa mi stimola in questa Parola? Che cosa mi at- trae? Perché mi attrae?”. Quando si cerca di ascoltare il Signore è normale avere tenta- zioni. Una di esse [...] è iniziare a pensare quello che il testo dice agli altri, per evitare di appli- carlo alla propria vita. [...] Altre volte riteniamo che Dio esiga da noi una decisione troppo grande [...]. Questo porta molte persone a perdere la gioia del- l’incontro con la Parola [...]. Egli invita sempre a fare un passo in più, ma non esige una risposta completa se ancora non ab- biamo percorso il cammino che la rende possibile. Semplice- mente desidera che guardiamo con sincerità alla nostra esi- stenza e la presentiamo senza finzioni ai suoi occhi, che siamo disposti a continuare a crescere, e che domandiamo a Lui ciò che ancora non riusciamo ad otte- nere». 1. «Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, rac- colte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da disso- luto. [...]”». 2. «Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lon- tano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “Effatà”, cioè: “Apriti!”. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava Jose Arturo Lopez Palacio/Flickr.com Conan/Flickr.com
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