Missioni Consolata - Luglio 2015

Missione & Missioni L a comunità cattolica internazionale di Tong Du Chon, cittadina di poco meno di 100mila abitanti nel Nord della Corea del Sud, conti- nua a crescere. Sono tanti quelli che abbiamo se- guito «dal pancione al fonte battesimale», ma abbiamo battezzato anche adulti: negli ultimi mesi due nigeriani, e ora c’è una coppia musul- mana del West Africa che sta frequentando il ca- tecumenato. Ultimamente abbiamo ristrutturato il piano supe- riore della casa per ricavare una sala per riunioni. Fino a quel momento, le stanze di sopra le usa- vamo per ospitare casi di emergenza, ma ultima- mente non veniva quasi più nessuno. Uno degli ultimi casi è stato quello di una coppia peruviana: venuti in Corea con un contratto di lavoro, si sono subito accorti che qualcosa non andava e che erano sorvegliati a vista. Allora, dopo pochi giorni, sono scappati al buio, per non essere visti dalle telecamere, e mentre i portinai bevevano. Li abbiamo ospitati una settimana finché non hanno trovato un altro lavoro per pagarsi il bi- glietto di ritorno in Perù. Ma il caso più simpatico è stato quello di Roy: una sera ci arriva in casa un ragazzone brasiliano sorridente senza documenti e con i soli vestiti che aveva addosso. Dice che ha già mangiato, ma quando gli porgiamo del cibo, lui butta giù tutto, persino il pane tolto da poco dal freezer. Salta fuori che Roy parla correntemente arabo e portoghese, è lau- reato in francese, e sa an- che l’inglese. E poi pro- nuncia un mucchio di frasi nelle lingue dei tanti posti in cui è stato: dal russo all’italiano al coreano. È arrivato in Corea illegalmente su una nave cinese. Vive suonando la «Bossa Nova» con la chitarra nei parchi, e i soldi che guadagna li spende subito per man- giare e dormire. Vive così, alla giornata. Dopo un paio di giorni gli diciamo di cercarsi un lavoro: giovane, intelligente e sano, per lui non sarà un problema trovarne uno, mentre le stanze della nostra casa servono per ospitare casi più biso- gnosi. E così entriamo nella sua stanza: in un paio di giorni era riuscito a fare un caos incredibile di spazzatura e sporcizia. Dopo un po’ di giorni lo convinciamo ad andare. UN’ATMOSFERA PIENA DI SPIRITO In zona stiamo cercando di integrare sempre più i nostri stranieri: alla festa del cinquantesimo della parrocchia abbiamo preparato cibo e giocato in- sieme. I nostri amici immigrati erano contentis- simi, e giorni dopo ci dicevano: «Sapete, adesso i parrocchiani ci salutano per la strada, ci ricono- scono, ci considerano parte della comunità». Ab- biamo anche organizzato dei corsi di coreano. A poca distanza dalla parrocchia i volontari cattolici della Rafael Clinic offrono servizi sanitari ai lavo- ratori stranieri. Anche alcuni dei nostri vanno a farci volontariato, nonostante giornate di lavoro lunghe fino a 12 ore. Qualche mese fa, un prete filippino in partenza per tornare in patria ci ha affidato la messa in ta- galog. Si tratta della messa che si celebra ogni giovedì per le giovani filippine che lavorano nei bar qui intorno come intrattenitrici e che non Cronache da Tong Du Chon testo e foto di Gian Paolo Lamberto Nella zona Nord della Corea del Sud una comunità dei missionari della Con- solata formata da padre Tamrat Defar (etiope), padre Clement Kinyua Gachoka (ke- niano) e da padre Gian Paolo Lamberto (italiano) lavora dal 2007 con i bisognosi e i migranti, allo scopo di «evangelizzare i poveri».

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