Missioni Consolata - Luglio 2015
70 MC LUGLIO 2015 a cura di Mario Bandera 4 chiacchiere con « i Perdenti» 6. SAN MAURIZIO E LA LEGIONE TEBEA La celebre Legione Tebana (o Tebea) è così chiamata perché, secondo la tradizione, era composta interamente da legionari di fede cristiana provenienti dalla Tebaide, in parti- colare dalla città di Tebe, terre e genti egi- ziane facenti parte dell’Impero Romano del III secolo dC, una delle zone evangelizzate fin dagli albori del cristianesimo. Secondo sant’Eucherio di Lione (380-450 dC), il primo che raccolse e raccontò nel suo Passio Acaunensiummartyrum la storia della Legione Tebana, attorno al 286 essa era di stanza in Gallia, presso la città di Agaunum (odierna Saint Maurice nell’at- tuale Cantone Vallese in Svizzera) per repri- mere una delle cicliche rivolte dei Galli Ba- gaudi. Conclusa vittoriosamente la campa- gna, Massimiano Erculeo, co-imperatore con Diocleziano, ordinò alle legioni di sacrifi- care all’imperatore e di eseguire una spedi- zione punitiva per distruggere alcuni vil- laggi del Vallese convertiti al cristianesimo. Gli ufficiali della Legione Tebana, Maurizio, Esuperio e Candido, insieme ai loro centu- rioni e legionari, si rifiutarono di adempiere gli ordini, dichiarando apertamente di essere cristiani loro stessi. Massimiano ordinò la decimazione della legione (un soldato ogni dieci doveva essere ucciso dai suoi stessi com- pagni). Dopo la prima decimazione, ne ordinò una seconda, perché la Legione Tebana continuò a rifiutarsi di compiere i massacri. All’ennesimo rifiuto, Massimiano chiamò soldati di altre legioni per punire quella ribelle. La tradizione vuole che la carneficina sia durata diversi giorni e abbia fatto almeno seimila e seicento vittime. La devozione al santo martire Maurizio e ai soldati suoi compagni si diffuse in tutta la zona alpina ed è molto radicata ancora ai nostri giorni. Gli storiografi avanzano diversi dubbi su alcuni aspetti del racconto di Eucherio, ma il nucleo di verità rimane: nella persecuzione, anche in quella più spietata, come è stata quella vissuta dai cristiani sotto l’imperatore Diocleziano, i fedeli di Gesù Cristo sono ca- paci di obiezione di coscienza e di martirio. Maurizio, vuoi parlarci dei tuoi tempi e della vita militare sotto l’Impero romano? L’Impero di Roma in quel periodo aveva raggiunto l’apice del suo splendore e della sua potenza, le sue legioni avevano sconfitto e soggiogato quasi tutti i popoli che abitavano in quello che era allora il mondo conosciuto. A noi legionari era affidato il compito di mantenere l’ordine e la legalità nell’immenso terri- torio conquistato. La tua vicenda risale alla fine del terzo secolo, il che vuol dire che il messaggio di Gesù di Naza- reth ai tuoi tempi si era già ampiamente diffuso in Europa, arrivando fino ai «limes» dell’Impero. Effettivamente la religione cristiana si era diffusa rapidamente, tanto da insidiare il primato della vec- chia religione pagana. Molti membri dell’esercito avevano abbracciato la nuova fede, pur non mettendo mai in discussione la fedeltà a Roma e all’Imperatore. Anche noi ci eravamo convertiti al Vangelo, era-
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