Missioni Consolata - Luglio 2015

tore può cioè autocertificarsi come importatore responsabile, ma non ne ha l’obbligo. Di fronte a questo testo è insorta la società civile che ha chie- sto di introdurre requisiti «obbligatori» di certifi- cazione, di includere una gamma più ampia di im- prese (tutta la filiera, non solo gli importatori), di aumentare il numero di minerali interessati. Certificazione obbligatoria, ma ... All’inizio di quest’anno, il regolamento proposto dalla Commissione europea è stato vagliato dalla Commissione per lo sviluppo e da quella del com- mercio internazionale del Parlamento europeo. La norma è stata modificata. La certificazione è stata resa obbligatoria, ma solo per le fonderie e le raffinerie dell’Unione europea (tutti gli altri at- tori sono stati esclusi) e anche la lista dei minerali è rimasta limitata a stagno, tantalio, tungsteno e oro. Il 20 maggio scorso questo testo è poi arri- vato in Parlamento che lo ha discusso in seduta plenaria. Con 400 voti a favore, 285 contro e sette astensioni, l’aula di Strasburgo ha approvato l’ob- bligo della tracciabilità, non solo per le raffinerie, ma per l’intera filiera produttiva. Il testo rafforza quindi la proposta che era stata avanzata dalla Commissione e quella discussa da Commissione per lo sviluppo e da quella del commercio interna- zionale del Parlamento europeo. «È Stata una delle più belle battaglie della mia vita parlamentare. Ringrazio i gruppi che l’hanno condivisa, mi rammarico per chi non l’ha fatto - ha dichiarato alle agenzie Gianni Pittella, vicepre- sidente vicario del Parlamento europeo e capo- gruppo dei Socialisti democratici -. Un voto che mi ha emozionato perché è anche etico, rivoluzio- nario: la maggior parte dei conflitti viene alimen- tata dalla produzione di “ mineral conflicts ”, con le organizzazioni criminali che sfruttano le popo- lazioni. Se eliminiamo questi interessi, elimi- niamo questi conflitti o, almeno, aiutiamo a elimi- narli». Questa normativa potrebbe avere un forte im- patto non solo sui conflitti, ma anche sulle aree di crisi. Il testo di legge infatti include «le aree af- fette da conflitto» ma anche quelle «ad alto ri- schio» cioè quelle con violenza diffusa, collasso delle infrastrutture civili, aree in uno stadio di post conflitto, regioni senza governo. Tra di esse, in particolare, la Repubblica Democratica del Congo, paese ricchissimo di risorse e, al tempo stesso, caratterizzato da continue violazioni dei diritti umani. Economia e diritti Il provvedimento ha profonde ricadute anche sulla nostra vita quotidiana. I metalli presi in con- siderazione sono infatti molto presenti negli og- getti che utilizziamo ogni giorno: computer, tele- foni cellulari, apparecchiature elettroniche ed elettriche, strumenti medicali, ecc. È stato quindi compiuto un primo passo verso un’economia più rispettosa dei diritti umani e delle popolazioni dei paesi del Sud del mondo. «Abbiamo vinto una battaglia, non la guerra - os- serva però Nicolas Van Nuffel, presidente di Eu- rac ( Réseau européen pour l’Afrique Centrale ) -. Chiediamo al Consiglio e alla Commissione euro- A sinistra e destra : Est Rdc, estrazione dell’oro dalla roccia in una miniera artigianale. Qui sopra : etichette di tracciabilità su sacchi di coltan in Rwanda. © R N / Guy Oliver © IRIN / Guy Oliver

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=