Missioni Consolata - Giugno 2015

umane e materiali impegnate da Agenzia e ministeri. Altra disfunzione rilevata dai guar- diani contabili è quella del rischio che intermediari e consulenti, assi- stendo il contribuente nel fare la dichiarazione dei redditi, tentino di influenzarne la scelta. Fra i po- tenziali conflitti di interesse da te- nere d’occhio ci sarebbero, se- condo la Corte, i Caf (centri di assi- stenza fiscale) appartenenti a enti che sono anche beneficiari del cin- que per mille o che hanno chiari legami con associazioni beneficia- rie e che potrebbero fare da «sug- geritori» non disinteressati. Tagli arbitrari Vi è poi la questione del tetto di spesa, cioè la cifra massima che lo stato si impegna a sborsare dopo il conteggio delle effettive scelte apporre la firma nel riquadro rela- tivo e sarà poi il ministero dei Beni e delle Attività culturali (Mibac) a decidere a chi destinare i fondi per le attività culturali, assegnan- doli agli enti che hanno fatto do- manda al ministero e che hanno presentato un programma di atti- vità e interventi. «Ciò suscita perplessità», rilevava la Corte già nella deliberazione del 2013, poiché non permettere al contribuente di scegliere l’ente «è in contrasto con la ratio stessa dell’istituto del cinque per mille», che mira a introdurre «una forma di democrazia fiscale all’interno dell’ordinamento italiano». Scarsa trasparenza In contrasto con il principio di tra- sparenza e lealtà nei confronti di chi paga le tasse sono, invece, gli ostacoli che impediscono ai citta- dini di acquisire rapidamente informazioni che consentano loro una scelta consapevole: solo dal 2014 l’Agenzia delle entrate ha cominciato a pubblicare gli elen- chi degli ammessi e degli esclusi in forma aggregata, cioè tutti in- sieme in un solo documento con importi e numero di scelte. Que- sto, fra le altre cose, permette an- che di vedere facilmente quali enti accedono al cinque per mille in più di una categoria, ovvero, ad esempio, sia nella ricerca medica che nel volontariato. Farraginosità Quanto alla farraginosità del mec- canismo di conteggio, attribu- zione ed erogazione dei fondi, ba- sti pensare che nel 2014 le quote ripartite sono state quelle relative alle dichiarazioni Irpef del 2012, riferite ai redditi dell’anno prece- dente. Le procedure amministra- tive connesse al cinque per mille - iscrizione degli enti beneficiari agli elenchi, vaglio delle rendiconta- zioni, mandati di tesoreria da ap- prontare per procedere all’eroga- zione, eccetera - sono troppo complesse, si legge nel rapporto, e le amministrazioni stanno fra loro in un rapporto di scarso coor- dinamento, aggravato dalle di- sfunzioni interne di ciascuna di esse. Tutto questo ha ovviamente un costo in termini di risorse dei contribuenti. Un esempio, ri- portato nella deliberazione del 2013: per l’anno finanziario 2011, il totale dei fondi del cinque per mille destinati dai contribuenti era di quasi 488 milioni di euro; di questi, lo stato ne ha stanziati 395 poiché quello era il tetto stabilito nella legge finanziaria, cioè la cifra per cui lo stato poteva impegnarsi data la situazione delle sue fi- nanze. Risultato: 93 milioni di euro che pure i cittadini avevano deciso di destinare a enti o cate- gorie di loro scelta non sono, di fatto, stati sborsati ma utilizzati per altri fini. Ecco come, rifacendo i conti, il cinque per mille era di- ventato un quattro e qualcosa. La legge di stabilità 2015 ha au- mentato il tetto di spesa a 500 mi- lioni di euro, provvedimento salu- tato dagli enti del no profit con Cooperando… 60 MC GIUGNO 2015 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2.770 3.209 95.578,26 124.764,78 124.026,20 121.424,50 99.413,30 104.044,82 92.211,39 3.468 2.779 3.137 3.328 3.206 34,50 38,88 35,76 37,87 31,69 31,26 33,54 TABELLA 1: MC ONLUS E CINQUE PER MILLE - giallo: numero donatori - blu: totale 5x1000 ricevuto - rosso: media per ogni donatore

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