Missioni Consolata - Giugno 2015

preciso valore di scambio: a Kompong Cham, una delle principali città cambogiane, prima che il ba- ratto fosse proibito, un chilogrammo di riso ve- niva barattato con una compressa di aspirina, mentre se ne potevano ottenere sette per un fiala di vitamina B12; un flacone di streptomicina po- teva valere quindici chili di riso. Anche l’orario lavorativo si allungava o restrin- geva secondo il volere della dirigenza locale. C’e- rano comunità che lavoravano ininterrottamente per dieci giorni per quattordici ore al giorno, ri- servando il giorno di riposo a interminabili ri- unioni politiche di autocritica o di denuncia. In al- tre, invece, erano rispettate le otto ore di lavoro con il decimo giorno riservato alle proprie incom- benze personali. Neppure sulle restrizioni ideologiche imposte dal nuovo regime c’era uniformità di vedute: mentre in molti casi si assistette a esecuzioni sommarie di soldati del disciolto esercito di Lon Nol, di ex funzionari governativi, di intellettuali, di dissi- denti o di persone poco inclini al lavoro manuale, in altri queste stesse categorie poterono soprav- vivere convivendo pacificamente con il resto della popolazione. Solo dopo il 1976, con l’istituzione pressoché ge- neralizzata delle mense comuni, cominciarono a esserci i primi attriti su scala nazionale, general- mente dovuti a un ricambio dirigenziale voluto dal governo di Saloth Sar (Pol Pot). Da quel momento le condizioni di vita in Kampu- chea Democratica divennero insostenibili per la maggior parte dei cambogiani. Le purghe all’in- terno del partito falciarono i rivoluzionari più moderati e oggi è possibile visitare alcuni dei simboli più nefasti di quel periodo: la prigione S- 21 a Phnom Penh (oggi Museo del genocidio) e Choeng Ek, dove i prigionieri della S-21 venivano portati a morire. Qui, dove circa sedicimila per- sone vennero torturate e, in seguito, uccise con le accuse più disparate che andavano dall’attività controrivoluzionaria a essere spie della Cia o del Kgb, è concentrata tutta la ferocia del governo di Pol Pot. Le due zone in cui la popolazione fu sottoposta alle condizioni più brutte e meno brutte furono rispettivamente la Zona Sudovest (di Ta Mok) e quella Orientale (di So Phim). La Zona Sudovest, posta sotto il comando di Ta Mok, un comandante militare fedelissimo a Pol Pot, fu una delle regioni che implementò con maggior vigore le direttive del governo centrale in materia di ordinamento sociale e ideologico. Già prima della caduta di Phnom Penh, i conta- dini di questa zona ebbero a lamentarsi dei me- todi troppo rudi imposti dai loro capi, giungendo anche a organizzare delle ribellioni che indussero il partito ad allentare, almeno temporaneamente, la morsa. Per contro, la Zona Orientale, ammini- strata dal moderato So Phim, alleggerì le misure radicali imposte alla popolazione dal governo centrale garantendosi l’appoggio sincero dei cam- bogiani sotto la sua giurisdizione attraverso un miglioramento delle condizioni di vita, un ritmo di lavoro meno ferreo, una certa libertà di movi- mento, la protezione dell’integrità dei nuclei fa- miliari. Certamente la superiorità dello stile di vita degli abitanti della Zona Orientale era do- vuta anche al fatto che le sue risaie fornivano alla nazione una quantità di cereale seconda solo alla provincia di Battambang, ma il governo di So Phim contrapposto a quello intransigente di Ta Mok avrebbe potuto essere additato dal governo di Phnom Penh come esempio da imitare. Invece il governo centrale interpretò il relativo benes- sere come una prova della distorsione ideologica che stava infettando i quadri del partito, intra- GIUGNO 2015 MC 41 Continua a pagina 44. DOSSIER MC CAMBOGIA

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