Missioni Consolata - Giugno 2015
30 MC GIUGNO 2015 senti per stimolare le domande giuste, per sviluppare un pensiero metaforico che può arricchire tutti. La vita quotidiana è così, in que- sta prospettiva, una grande pale- stra, un luogo di esercizio in cui Dio ci educa attraverso il cibo e l’atto del nutrirci. Questo eserci- zio di apprendimento ha una grammatica, che ruota attorno a quattro aspetti che esprimono l’i- dentità umana: le dimensioni ecologica, economica, educativa e religiosa. Ecologici e solidali Potremo così riscoprire, grazie allo stimolo di Expo 2015, che proprio perché cristiani non si può non essere ecologici. Oggi è molto più visibile l’imposizione di una cultura del consumo che oscura il nostro compito origina- rio legato al cibo e al gesto del nutrire. E le conseguenze di que- sta cultura sono ben visibili, an- che se spesso poco denunciate: emergenze come quella dello spreco delle risorse e della enorme diseguaglianza nella loro distribuzione, con la piaga conse- guente e ancora più grave della povertà e della fame, o il feno- meno altrettanto attuale e ugual- mente grave dell’inquinamento e dello sfruttamento selvaggio delle risorse del pianeta, contra- stano con l’originario disegno creatore e sono il segnale di un modo ancora molto immaturo di vivere il nostro compito di abitare il pianeta come un giardino che nutre tutti. Da qui deriva l’urgenza per un convinto impegno di noi cristiani a favore del creato. L’ecologia è un luogo di testimonianza della nostra fede, contro i nuovi idoli che seducono l’uomo moderno. L’Expo deve essere l’occasione per un lavoro di sensibilizzazione che, a partire dalle conseguenze ben visibili di questa gestione im- matura e peccaminosa del creato (cambiamenti climatici, migra- zioni in massa di popolazioni in seguito a questi cambiamenti), permetta a ogni essere umano di sentirsi responsabilie del mondo che lo ha generato, lo nutre ed è il luogo della sua vita. Per la Chiesa, per i cristiani, es- serci in Expo vuol dire avere l’au- Accendere l’immaginazione La Chiesa vuole essere in Expo per accendere domande e rifles- sioni critiche, pensieri che con- sentano di andare oltre la superfi- cie. Non intende assolutamente essere una presenza oppositiva, ma metaforica: aiutare a supe- rare il diaframma del presente e dell’immediato per cogliere den- tro di esso il senso dell’esistere, la dimensione mistica, ossia l’aper- tura a Dio. Il metodo da seguire è quello della denuncia e della pro- posta, un metodo che usa spesso e anche con successo papa Fran- cesco, per far vedere che la Chiesa non è una maestra acida, ma una sorella che condivide il percorso dell’uomo con lucidità e visione di futuro, una madre ap- passionata capace di indicare strade e risorse per il domani. Il rapporto col cibo può essere as- sunto come il luogo nel quale si rende più evidente la disarmonia che segna la relazione dell’uomo con il creato e con gli altri esseri umani. Qui più che altrove la cul- tura dello scarto si evidenzia in maniera lampante. Ed è proprio qui allora che occorre essere pre- ITALIA © Af MC / Brasile
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