Missioni Consolata - Maggio 2015
# Pagina di apertura : la giovane Mercede Stefani prima di diventare suora missionaria. | Pag. 59 : la classica foto di suor Irene col ti- pico casco coloniale «fissata» in una foto di gruppo col personale medico del campo di Kilwa; in mano una garza e al collo il croci- fisso in posizione «da lavoro». | Qui sopra : i famosi scarponi di suor Irene conservati ora a Torino, in una teca accanto alla tomba del beato Allamano, nella chiesa a lui dedicata in corso Ferrucci 18. 60 MC MAGGIO 2015 di mandarle a scuola. L’icona di suor Irene sono i suoi scarponi. Non si portano per stare in casa, in salotto, nella quiete della cappella, nell’intimità del convento. Gli scarponi sono strada, sentiero, sassi, fango. Sono arrampicarsi sulle erte colline, pas- sare tra le ruvide erbacce, percor- rere piste infangate, calpestare le spine. Sono essere in strada per amore, sulle orme di Cristo, alla maniera di Cristo, alla ricerca del suo volto nascosto negli umili, nei poveri, nei sofferenti. P er questo ho amato questa missionaria dal cuore grande. E mi ha colpito la sua obbedienza. Ha chie- sto al padre il permesso per di- ventare missionaria. E alla sua su- periora quello di offrire la sua vita. Le due decisioni fondamen- tali della sua esistenza. Chiede il permesso non per debolezza, ma per vera umiltà. L’umiltà di chi è cosciente di non essere padrona assoluto della propria vita, ma solo serva per amore. E vuole do- nare tutto. Fino alla fine. Gigi Anataloni nologie ne ho fatto emergere i dettagli e ho guardato Irene negli occhi. Una vera missionaria, pronta al servizio del suo Signore che la chiama nei poveri, negli ammalati, nelle persone meno amate. È una donna coraggiosa, conosce la paura, ma l’amore le da tutto il coraggio necessario per gesti di grande gratuità e li- bertà. Così, nel buio della notte africana, alla luce delle stelle, sulla spiaggia dove una catasta di morti attende l’onda impietosa dell’Oceano che ruggisce contro la barriera corallina, Irene cerca tra i corpi il suo Othiambo (colui che è nato la sera tardi) dato per morto, ma ancora vivo, per farlo rinascere Omondi (nato all’alba) in Paradiso. È lo stesso coraggio che qualche anno dopo, sulle colline di Gekondi, la spinge alla ricerca de- gli anziani portati a morire in fo- resta, in pasto per le iene o altri carnivori come il leone o il ghe- pardo. La foresta. Incute timore di giorno, tanto più di notte. Fo- resta sono le pulci che ti man- giano le gambe, le formiche carni- vore su cui è meglio non mettere i piedi, i serpenti, le iene, i mille rumori che ti mettono i brividi. Ma niente ferma la sua passione per chi soffre, chi è ridotto a scarto, sia esso un anziano mo- rente o un bambino abbando- nato. È lo stesso coraggio che tra- sforma la maestrina in paladina dell’educazione delle ragazze, che va a stanare nei villaggi e sostiene quando lottano pacificamente con i loro genitori che si rifiutano KENYA Iniziamo da questo numero la pubblicazione del fumetto «L’Angelo dei Carriers» già pub- blicato nel 1993-1994 sulla rivi- sta dell’infanzia missionaria «Ponte d’oro» e ripubblicato come inserto «Continuando il cammino» nella rivista «Andare alle genti» 11/2000. Autorizza- zione Poim e Missionarie della Consolata.
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