Missioni Consolata - Maggio 2015
M anaus. Sono parecchie le donne indi- gene venute al Fórum social mundial da biodiversidade pensando di vendere i loro prodotti artigianali (bigiotteria, og- getti in legno, tessuti), ma l’evento non ha richia- mato molta gente. Il Centro de convenções Vasco Vasques di Manaus, costruito a lato della Arena Amazonas (lo stadio degli ultimi campionati mon- diali di calcio), è accogliente, luminoso e funzionale, ma partecipanti e visitatori quasi si perdono negli spazi della struttura. Un vero peccato, perché le tematiche messe in agenda dagli organizzatori sono del massimo inte- resse: difesa dell’Amazzonia e della biodiversità, di- ritti umani, cambiamenti climatici, agroecologia, si- curezza e sovranità alimentare, economia solidale e lavoro degno, bioetica, ambiente e progetti idroe- lettrici. Organizzato da una serie di realtà sindacali, movimenti sociali e cooperative, il Forum sulla bio- diversità si inserisce nella tradizione dei Forum so- ciali mondiali nati nel 2001 a Porto Alegre, nello stato brasiliano di Rio Grande do Sul. Da qui proviene Lélio Luzardi Falcão, già proiet- tato sugli eventi futuri: a gennaio 2016 il Forum tornerà infatti a Porto Alegre. Più concentrata sul presente è Rosane Pinheiro da Silva, che nega la scarsa partecipazione all’evento di Manaus: «Ab- biamo fatto tutto senza soldi e senza l’aiuto che sponsor e autorità ci avevano promesso. Non- ostante ciò siamo riusciti a coinvolgere 5 mila per- sone». Probabilmente i numeri non sono quelli della vulcanica Rosane. Certamente al Forum sulla biodiversità la partecipazione degli indigeni è significativa. Sono venuti per parlare, per ascol- tare o anche soltanto per vendere, ma tutti con l’orgoglio dell’appartenenza. BIODIVERSITÀ E POPOLI INDIGENI DIFENDIAMO I COLORI DELMONDO DI P AOLO M OIOLA Per parlare di biodiversità l’Amazzonia è il luogo ideale. Non esiste altro posto al mondo che ne ospiti di più. L’Amazzonia e la sua biodiversità sono però in grave pericolo, a causa dell’azione umana. Preservare la diversità della vita è sempre più complicato, ma forse non impossibile. Il primo passo è il rispetto dei popoli indigeni, per i quali la natura è una «casa» e non una «mi- niera» da sfruttare.
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